Delivery

Canada, noto chef finisce su un’app di delivery senza consenso: “Inaccettabile”

di:
Sveva Valeria Castegnaro
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copertina the granary frode uber eats

Rider allo sbaraglio e profili falsi su Uber Eats: la polemica impazza in Canada, dove un noto ristoratore è finito nella piattaforma di consegne senza averlo mai richiesto.

La notizia

Un hacker dal palato sopraffine sembra abitare a Saskatoon. Due ristoranti della cittadina canadese, infatti, senza aver mai effettuato alcuna registrazione si sono ritrovati ad avere un profilo su Uber Eats, nota piattaforma per ordinazione e consegna di cibo online. In entrambi i casi, la truffa è venuta a galla quando dei rider sono arrivati nei locali per ritirare dei pasti prenotati tramite l’app.

uber eats
 

Mearc Davie, cuoco e comproprietario di The Granary, è rimasto basito quando il suo manager l’ha chiamato per chiedergli se avesse creato un account Uber Eats delll'attività. “Ho risposto al telefono e mi sono sentito dire: 'Ehi, siamo su Uber Eats per caso? Ti sei dimenticato di dirmelo?' Ho risposto: 'Assolutamente no! Cosa sta succedendo?' Mi è stato spiegato che c’era un rider al ristorante pronto a ritirare un ordine", racconta. Davie, quindi, ha immediatamente scaricato l’app e trovato il suo ristorante, il menu e alcune foto false pubblicate sulla piattaforma. Subito ha cercato di mettersi in contatto con il sistema per eliminare il profilo, incontrando però diverse difficoltà. Dopo numerosi tentativi vani ha quindi scritto una lettera di denuncia, pubblicandola sulla pagina Facebook di Uber Eats e condividendo la storia sulla pagina di The Granary per avvertire i clienti di non ordinare i suoi piatti tramite l'app. Grazie al supporto degli utenti, magicamente, in 24 ore The Granary è scomparso dall’app.

The granary esterni
 
The granary
@The Granary

La storia di Davie è anche quella di Lynda Marshall, proprietaria del ristorante Mulberry’s in Millar Avenue. Era tardi, Lynda stava lavorando, quando  ha ricevuto una chiamata di un rider arrivato per ritirare un’ordine. “Ho risposto al telefono. 'Ordine? Che tipo di ordine?' ho esclamato stupefatta. Quindi sono uscita per parlare direttamente con il ragazzo, che mi ha  mostrato il profilo del mio ristorante su Uber, sebbene non mi fossi mai registrata”, spiega la Marshall. Venuta a sapere che al collega Davie era capitata la stessa cosa, Lynda lo ha subito contattato per capire come mettere fine alla vicenda.

delivery copertina
 

Il team di Uber Eats, intervistato dalla CBC per avere delucidazioni sull’accaduto ha semplicemente dichiarato: "Si è trattato di un'attività fraudolenta; qualcuno non legato ai ristoranti o a Uber Eats ha registrato le due attività tramite la funzione di autoiscrizione nell'app. Disponiamo di controlli rigorosi per ridurre al minimo le attività sospette. Sfortunatamente, ci sono ancora rari casi di malintenzionati. Prendiamo sul serio questi problemi e lavoriamo per risolvere tempestivamente i reclami non appena ne veniamo a conoscenza".

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