Il post di Thomas Carr, che preannuncia la chiusura, è una lucida disamina del presente della ristorazione: raddoppiare il prezzo del menu per coprire le utenze è davvero realistico?
La notizia
La crisi morde e mastica la ristorazione mondiale, soprattutto in provincia. E le vittime continuano a cadere qua e là. L’ultimo in ordine di tempo è Thomas Carr, giovane chef britannico che si è fatto notare nel pittoresco paesino di Ilfracombe per la sua fresca cucina di mare, stellata dal 2017. Il ristorante era già stato colpito ma non affondato dalle politiche di confinamento in pandemia. Il caro bollette, tuttavia, ha segnato il ko definitivo e costretto Carr alla battuta d’arresto.Ad annunciarlo è stato un post sui social del ristorante Thomas Carr 1873, ma la notizia non è giunta inaspettata. Già il mese scorso era comparso l’annuncio di vendita dei locali, ubicati nella vecchia stazione di polizia del paese, da parte della proprietà per la non modica cifra di 595mila sterline: l’immobile era offerto all’ambizione di altri chef, ma se ne suggeriva anche la riconversione a fini residenziali, come abitazione o casa vacanze. Il post settembrino ha quindi sgombrato ogni dubbio: la chiusura è stata fissata per la fine di ottobre, con la possibilità per chi ha prenotato un tavolo dopo quella data di essere rifuso di quanto versato.
Vi si legge: “Fin dall’estate del 2019 possiamo dire di avere vissuto fra vertiginosi alti e bassi. Durante la pandemia ci siamo assunti un rischio gigantesco trasferendoci in nuovi locali e perdendo così la stella Michelin del Thomas Carr @ The Olive Room, ma grazie al duro lavoro e a una squadra straordinaria è stato un successo, nonostante la battaglia dei rinnovati lockdown e di una pandemia senza fine. Siamo stati entusiasti di riconquistare la stella al Thomas Carr 1873 nel gennaio 2021, in un momento tuttavia agrodolce, perché in contemporanea siamo venuti a conoscenza del fatto che il nostro meraviglioso chef di cucina Chris stava combattendo contro il cancro.
Dopo poche settimane, sfortunatamente è mancato, lasciando un vuoto incolmabile nei nostri cuori, tanto che ci manca ogni giorno. Ma con il suo pupillo Callum, promosso a guidare la cucina insieme a Thomas, un grande sforzo è stato profuso nella riapertura del ristorante nel maggio 2021, con un anno di tutto esaurito e una lista d’attesa di tre mesi. Da allora, nonostante la fine delle restrizioni, l’industria dell’ospitalità ha affrontato sfide gigantesche. Trovare la manodopera è stata una delle principali, tanto che nelle ultime settimane abbiamo perfino dovuto chiudere qualche sera per mancanza di personale di sala.
Non stupirà poi nessuno che i costi di gestione di un ristorante siano saliti alle stelle. Il costo delle utenze ha ormai superato ogni limite e quello dei prodotti sale ogni settimana. Potremmo alzare di nuovo il prezzo del menu, ma sappiamo che gran parte dei nostri ospiti non potrebbe più permetterselo e che per assorbire l’impennata dovremmo almeno raddoppiarlo, opzione irrealistica nel momento in cui tutti affrontano la medesima sfida”.
Ben più ragionevole è parsa a Carr la possibilità di chiudere, per dedicare un po’ di tempo alla sua famiglia. “Forse un meritato riposo ci farà scoprire nuove opportunità, quando l’attuale follia si sarà calmata”.
Fonte: devonlive.com
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Foto: Crediti Thomas Carr 1873