Un ristorante della Guida Michelin di Pamplona, nella regione spagnola di Navarra, subisce decine di false prenotazioni e perde oltre 11.000 euro. I proprietari, disperati, costretti ad una più severa politica di cancellazione.
La notizia
Per il ristorante Kabo di Pamplona, raccomandato dalla Guida Michelin e con un sole Repsol, le Sanfermines (festa che si svolge ogni anno nella città a partire dal 6 luglio, per l’intera settimana) non sono andate come previsto e, lungi dall'operare a pieno regime, hanno visto protagoniste una valanga di false prenotazioni. Finora i poprietari sono stati "vittime" di più di 60 cancellazioni o mancate presentazioni (pari a 146 persone), soprattutto per le cene, un servizio che non viene offerto quotidianamente, ma soltanto in occasioni speciali.
Dal 6 luglio, dunque, il locale ha registrato prenotazioni con carte di credito senza fondi o inesistenti, e-mail inventate, numeri di telefono che non corrispondono alle persone indicate e false identità. È quanto denuncia Aaron Ortiz, capo cuoco e proprietario - insieme alla moglie, la sommelier Jaione Aizpurua - di questa nota attività, che il 26 aprile ha inaugurato la sua nuova sede a pochi passi da La Ciudadela (Saragozza, 10). Un vero e proprio contraccolpo in termini etici, ma soprattutto di finanze, che secondo le loro stime "supera gli 11.680 euro", tenendo conto solo del menu degustazione, che costa 80 euro, senza bevande e senza contare lo spreco di cibo fresco. Inoltre, in risposta alla richiesta di prenotazioni - non potevano accettarne altre, perché in questo periodo dell'anno erano al completo - avevano ampliato lo staff con altre tre persone.
"È un danno che coinvolge non solo l'azienda, ma anche tutti coloro che vi lavorano. Mira alla credibilità, perché si inizia a dubitare anche delle persone che vogliono davvero venire qui e divertirsi. Pensiamo possa essere la concorrenza, anche se non possiamo puntare il dito contro nessuno, e altri ristoratori hanno subito la stessa cosa in passato, ma la polizia dovrà indagare”, spiega Aaron a El Mundo. "Anche ad altri ristoranti, gestiti da ragazzi giovani come noi, che sono in attività da quattro o cinque anni, è successa la stessa cosa negli anni passati. Non è una cosa nuova, ma non è mai stata denunciata. Dobbiamo alzare la voce, in modo che i truffatori sappiano almeno che ci stiamo muovendo. Non vogliamo che la vicenda passi inosservata!", insiste. D'altra parte, i due hanno cercato di affrontare le avversità "in modo positivo, perché sarebbe facile amareggiarsi”.
Sia Aaron che Jaione non vogliono trasmettere nervosismo alla squadra, molto giovane e fedele al progetto. Come leader, devono mantenere la calma, anche se Ortiz aggiunge: "A casa ti viene voglia di piangere o addirittura di mandare tutto al diavolo. Per un'azienda così piccola, fa molto male". Questa situazione li ha costretti a cambiare le condizioni di prenotazione. "La politica di cancellazione era fino a 12 ore, mentre ora l'abbiamo portata a 24 ore. Se si cancella più tardi, viene addebitato l'importo stabilito. Prima era di 25 euro, adesso invece l'abbiamo portato a 80, che è il prezzo del menu, per coprire il costo minimo di quel tavolo in caso di mancata partecipazione e per garantire che questa azienda rimanga in vita".
Foto: @Kabo