Non è facile, per un ristoratore, assicurare il decoro della brigata e vincolarne i membri alla massima puntualità. Un ignoto ristorante spagnolo ci prova stilando una lista di multe, ma il web si indigna e si domanda: Michelin dovrebbe verificare la corretta gestione del personale prima di concedere la stella?
La notizia
In Spagna è già un caso: l’identità del ristorante è ignota, si sa solo che vanta una stella Michelin e che ha adottato policies aggressive per mantenere l’ordine in brigata. A svelarlo è l’account Twitter (oggi X) @soy camarero, che ha postato un foglio ciclostilato destinato a fare scandalo, come segnala sul suo sito LaVanguardia. Tratta della suddivisione paritaria delle mance fra tutto il personale e soprattutto di una serie di multe per specifiche violazioni: riguardano la puntualità (ora di arrivo al ristorante e inizio del lavoro), il vestiario (niente indumenti rotti, sporchi, stirati male), la pulizia personale (nello specifico la rasatura o la cura della barba).
5 minuti di ritardo, per dire, valgono 10 euro, 10 minuti 20 euro, 15 minuti o più 50 euro, praticamente una giornata intera. Chi inoltre non si presenta, in mancanza di certificato medico non incasserà le mance e perderà un giorno di ferie. È questo il solo modo, a detta di chef, maîtres e direzione, per assicurare l’eccellenza che è già valsa alla struttura una stella Michelin. Ma altre regole stringenti seguiranno a proposito di rottura dei materiali e di sprechi delle materie prime.
I commenti da parte degli utenti non si sono fatti attendere: un fuoco di fila che ha tirato in ballo il contratto nazionale e lo statuto dei lavoratori, in base al quale è vietato comminare multe o sottrarre unilateralmente giorni di ferie, nell’auspicio che presto si attivino gli ispettori del lavoro. Né è mancato chi si è demandato, se con pari rigore verranno computati i minuti extra di straordinario alla fine del servizio. Ma fra gli oltre seicento commentatori, c’è stato anche chi ha lamentato il malcostume crescente, spesso ai danni dei colleghi, in un comparto in crisi.
L’auspicio finale dell’account è che prima di concedere una stella Michelin, la guida verifichi oltre alla qualità dell’offerta, la correttezza della struttura nei rapporti con il personale. “Sarebbe questa una vera stella: sapere che mangerai bene ed essere sicuro che la squadra è felice e non viene sfruttata”.
Foto di copertina: @Jack F., Getty Images