Costa Crociere scommette sull’esclusività e ridisegna la ristorazione in chiave (anche) fine dining con una squadra di chef pluristellati: sulle sue navi i menu Archipelago sono firmati da Angel Leon, Hélène Darroze e Bruno Barbieri per un’esperienza esclusiva.
Di ristoranti panoramici oppure pieds dans l’eau ne abbiamo visti tanti, ma per gli amanti del mare c’è un’esperienza ancora più immersiva da fare: una cena in mezzo al blu, cullati dalle onde fra le premure del personale di sala. È la scommessa di Costa Crociere, che a chi sceglie di fare una vacanza su una delle sue dieci navi offre un ventaglio di proposte formali e informali, per rendere ogni serata indimenticabile. Prendiamo la Costa Smeralda, nave gemella di Costa Toscana ammiraglia della flotta.
Lunga 337 metri e larga 42, può accogliere fino a 6500 ospiti ed un equipaggio di circa 1800 persone, oltre 2600 cabine, di cui 1.522 con balcone privato e 106 suite con terrazza sul mare, il teatro Colosseo su tre ponti, il teatro Sanremo su due ponti, il centro benessere Solemio, un casinò, una discoteca, un parco acquatico, il museo Co.De dedicato al design italiano e una galleria di shops con un’ampia offerta. Per non annoiarsi mai. Capitolo “cibo”, i bar sono 19, i ristoranti 11, con un’offerta variegata che spazia dalla cucina Mediterranea alle proposte internazionali e la possibilità di degustare menu vegani, senza glutine e senza lattosio sempre curati e originali.
Il biglietto da visita non può che essere la prima colazione, con menù à la carte e buffet, ma la giornata prosegue come un crescendo gastronomico, in parte incluso nella tariffa, in parte a pagamento. Intitolati alle famose maschere della commedia dell’arte, i ristoranti Colombina, Meneghino, Arlecchino e Rugantino offrono una cucina Mediterranea ricca di suggestioni regionali. Panorama e Bellavista sono i due punti di ristoro dedicati agli ospiti delle suite e del Club Platinum, mentre La Sagra dei Sapori e Tutti a Tavola propongono ricchi buffet.
Completano la cittadella gastronomica la Pizzeria Pummid'oro, il ristorante di sushi gourmet Sushino, il Ristorante Lab: Chef for a day, il Teppanyaki con uno spettacolare show cooking e altri angoli di gusto. Praticamente tutti hanno una cucina propria e materie prime separate, che vengono elaborate secondo le norme sanitarie americane, le più severe in assoluto; mentre le celle positive e negative sono un mondo immenso sul fondo della nave. Tutto proceduralizzato. E il concetto è originale: si tratta di abbinare alle diverse destinazioni incluse nell’itinerario i piatti caratteristici dei luoghi, arricchendone il senso di scoperta. L’esperienza culmina all’”Archipelago”, punta di diamante della ristorazione interna: un nido di design dall’atmosfera intima e raffinata, impreziosito dall’utilizzo decorativo di rami portati a riva e modellati dalle onde, recuperati durante le operazioni di salvaguardia dell’ambiente marino da parte di Costa Crociere Foundation.
A fare sobbalzare sono i nomi sul menu: Angel Leon, Hélène Darroze e Bruno Barbieri. Ed è forse l’unico luogo al mondo in cui convivano tre chef pluristellati. Firmano un set menu ciascuno, che cambia secondo le rotte percorse, interpretandole: nord Europa, Caraibi, Emirati, Mediterraneo occidentale e orientale. Ma anche nei ristoranti inclusi in tariffa ogni sera è presente un piatto griffato, che anticipa la destinazione del giorno successivo.
In tutto fanno 15 percorsi stilisticamente ben differenziati, in gran parte composti di piatti dei reciproci ristoranti, strategicamente riadattati: il mare puro e avanguardista di Leon, con il suo Riso cremoso alle seppie e plancton idratato; l’espressione internazionale di Darroze, più devota alla tradizione, con il Gazpacho ai peperoni del Piquillo, crema montata alla mostarda di Dijon; l’italianità dinamica di Barbieri, autore delle gettonatissime Costolette di agnello profumate al barbecue e tartufo nero, salsa d’arrosto e piccole verdure Vichy .
All’Archipelago anche i dessert sono opera degli chef stellati, mentre negli altri ristoranti sono firmati da Riccardo Bellaera, membro APEI. Il tutto con ogni crisma del fine dining, compreso il wine pairing da parte di attenti sommelier. Non deve essere stato facile riuscirci. “Prima di compiere le nostre scelte, siamo andati a provare le diverse cucine nei ristoranti”, spiega Roberto Bonomini, Direttore Food and Beverage del gruppo. “Poi gli chef hanno costruito i loro menu sulle navi, mostrando alla brigata, che è una sola, come volevano fossero realizzati i piatti. Ma non basta: abbiamo un percorso di controllo qualità, in base al quale i rispettivi sous chef o gli chef in persona al massimo ogni due mesi compiono un controllo in struttura, in modo da assicurare che lo standard sia costante”.
La collaborazione sta per entrare nel suo quarto anno, con menu che cambiano ogni dodici mesi, solitamente quando le navi sono vicine al Mediterraneo. Per quanto riguarda le forniture, normalmente gli imbarchi sono un paio a settimana, più agevoli nel Mediterraneo, ma giocoforza internazionali. Ci sono i fornitori certificati per le materie prime meno deperibili, che vengono spedite all’interno di container, mentre per il fresco si preferisce ricorrere a prodotti del luogo di transito, in modo da massimizzare la fragranza.
L’Archipelago, presente su tutte le navi Costa Crociere - ad eccezione di Costa Fortuna -, è aperto solo la sera, anche a pranzo nei giorni di navigazione. Sulla Costa Smeralda mette a disposizione una sessantina di coperti al prezzo di 55 Euro per 5 portate. L’ambizione è quella di catturare l’attenzione delle guide, sulla scia della stella tributata al battello parigino di Frédéric Anton. “Inutile negare che un riconoscimento innalzerebbe la qualità percepita, noi ci speriamo”, confessa Bonomini. E una visita non sarebbe impossibile, quando le navi sono ferme in porto. Di sicuro è una realtà già sintonizzata sulla sostenibilità, che tanto sta a cuore a Michelin, negli arredi, nelle materie prime e non solo. Da ogni singolo conto dell’Archipelago vengono scorporati 5 euro, destinati alla Costa Crociere Foundation, che le utilizza per implementare progetti sociali e di salvaguardia ambientale, che si tratti di ripulire spiagge o manutenere letti di fiumi.