Secondo il grande chef francese Jacques Maximin il lavoro del cuoco si apprende con fatica e perseveranza. Nessuno può dirsi arrivato dopo due anni ai fornelli, ma gli show televisivi rischiano di passare il messaggio opposto.
La notizia
In una recente intervista a Food and Sens, lo chef pluristellato Jacques Maximin ha raccontato i passi fondamentali della sua carriera esprimendo opinioni sulle nuove generazioni di cuochi. A suo avviso, nessun ragazzo appassionato di cucina può diventare un talento dopo due o tre anni di lavoro ed esperienza: “Io stesso, a 74 anni, non smetto mai di migliorarmi ai fornelli”.Lo chef ha iniziato la sua carriera giovanissimo; già da ragazzino aiutava la madre con l’impresa di catering di famiglia e quando andava ancora a scuola, stringendo amicizia con uno dei cuochi della mensa, ha cominciato a lavorare nell'Hôtel de la Plage a Merlimont-Plage, muovendo da lì i primi passi nelle cucine professionali. Poi sono arrivate le stelle e la gloria con il suo piatto iconico, Zucchine con fiori e tartufo, che ha lasciato un’impronta nel panorama gastronomico francese moderno. Se si domanda a Maximin cosa rappresenta per lui la cucina, risponde che: “è una passione viscerale, vivo solo per questo. Anche dopo 58 anni di carriera, ho ancora lo stesso entusiasmo. Appena arrivo in una cucina mi giro, mi giro, guardo i prodotti, immagino cosa potremmo farne.”
Sulla nuova generazione di professionisti, la sua opinione è netta: certamente non possono considerarsi chef affermati i ragazzini che partecipano a uno show televisivo. “A quell'età non si parla di talento: per prima cosa devi resistere. È un lavoro difficile, con orari complicati. Il talento viene dopo, una volta che sei ben formato, hai un solido background e puoi esprimerti da solo, nella tua cucina. Quando avevo 20 anni i miei idoli erano Paul Bocuse, Jacques Troisgros, Jean Delaveyne, Roger Vergé... All'epoca non c'erano i social network, quindi seguivo quello che facevano grazie a libri specializzati, pagine di cucina di riviste femminili. Ciò mi ha abituato a pensare fuori dagli schemi, senza seguire il branco”.
“Il rischio dei cooking show è far credere ai giovani che tra due o tre anni basta, è fatta, sono arrivati. È totalmente falso: il successo richiede duro lavoro e nient’altro. Chi vuole saltare i gradini, va dritto contro il muro. È un settore in cui non si smette mai di fare ricerca: ogni giorno apprendiamo cose nuove e questo dimostra che in realtà non siamo mai arrivati. I leader che emergeranno in futuro saranno coloro che avranno la pazienza di imparare, per poi lasciare il segno. Nient’altro.” In una fase storica in cui si desidera avere sempre tutto e subito, questo grande nome della cucina francese fa riflettere sul valore dell’umiltà.
Fonte: Food and Sens
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Foto di copertina: Crediti Maxppp - Franz Chavaroche