Chef

Chi è Elena Raygadas, la migliore cuoca del mondo 2023 secondo 50 Best

di:
Alessandra Meldolesi
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La giuria dei 50 Best ha fatto la sua scelta: quest’anno la migliore cuoca del mondo è la messicana Elena Raygadas, chef di Rosetta a Città del Messico. Madre di due figlie, ha fondato una borsa di studio per giovani cuoche ed edita quaderni di riflessione sulla gastronomia.

La notizia

Quarantasei anni, capelli ricci e sorriso disarmante, Elena Raygadas è lontana dai cliché del fine dining, tanto graziosa e femminile, quanto determinata sul lavoro. Lo prova il successo dei suoi ristoranti: non solo Rosetta, che ormai attira gourmet da tutto il mondo, ma anche locali informali come Lardo, Café Nin e Bella Aurora, amatissimi dai messicani, e il forno Panaderia de Rosetta. Non realizzavo, o forse non volevo rendermi conto, o avevo paura di capire che ci sono tante ragazze là fuori che mi vedono come un riferimento. A un certo punto ho dovuto riconciliarmi con la figura e la persona che sono diventata, perché davvero non ho smanie di protagonismo. Ma ho sentito di avere questa responsabilità; se non lo avessi fatto, sarei stata egoista”, confida.


Ed ecco la consacrazione a opera dei 50 Best, i cui mille giurati l’hanno laureata migliore cuoca del mondo. Il premio, che intende dedicare alle cuoche di casa, le verrà assegnato nel prossimo mese di giugno a Valencia. Per lei non sarà il primo palco: nel 2014 c’era già stato il titolo di migliore cuoca dell’America Latina.Col passare degli anni, però, sono diventata più matura, come cuoca e come persona. Ho capito che i ristoranti possono esercitare un forte potere. Voglio essere consapevole di quello che cucino e di cosa compro. Voglio che sia tutto delizioso, che il mio posto sia accogliente e gli ospiti si sentano benvenuti. Ma cos’altro potrei realizzare con l’influenza che oggi esercito?”

@EFE



Rosetta



La risposta, fra le altre cose, sta in una serie di quaderni rivolti agli ospiti, che intendono avviare una riflessione sul senso della gastronomia. “In un mondo come questo, devastato dai cambiamenti climatici, dalle disuguaglianze, da violenza istituzionale, sessismo e razzismo, dal degrado della vita politica, fra le altre cose, un ristorante dovrebbe fornire una piattaforma per la riflessione e contributi positivi alla società”, recita la premessa, seguita da saggi e appunti. “Ma non voglio educare nessuno, piuttosto condividere cose che per me sono importanti. I cuochi sono ponti verso gli ospiti. Un ristorante dovrebbe essere una specie di think tank per questo genere di conversazioni, puntualizza Elena. In virtù di questo impegno, nonostante l’elevato consumo di carne in Messico, la cucina di Rosetta è diventata sempre più green e stagionale, vedi il signature di foglie di cavolo in forma di taco.

Indivie, barbabietole, arancia e pepe rosa- @Ana Lorenzana



L’attenzione è sulla sostenibilità e sul recupero delle tradizioni locali, anche precolombiane, che hanno rimpiazzato le influenze italiane, contratte a Londra alla Locanda Locatelli, dove si è formata. È stato subito dopo la nascita della prima figlia, che ha deciso di lasciare la capitale britannica per tornare a casa, mettere da parte qualche risparmio gestendo un club, trovare la sede giusta, arredarla con mobili di seconda mano e lanciare Rosetta nel 2010, appena nata la seconda figlia. “Per me essere cuoca e madre è stata la sfida più grande”, racconta oggi. “Ho sentito che dovevo farmi a pezzi per sostenere entrambi i ruoli”.


La mia casa, Città del Messico, è un luogo dove coesistono diversi ‘Messici’. Quello ancestrale accanto al contemporaneo. La molteplicità dei tempi è visibile ed è qualcosa di unico. Il cibo non è solo nelle strade e nelle case, ma anche nei murales e nella nostra cultura. Sono una cuoca nel mezzo della più grande, complessa e variegata metropoli del mondo, che ha una ricchezza culturale e gastronomica incalcolabile. Come chef mi sento il prodotto di tutto questo”.


Elena ha approfondito le sue radici viaggiando nei mesi successivi alla pandemia, scoprendo però un paese profondo, dove fare la cuoca può essere una missione impossibile, visti i costi vivi della formazione professionale e l’immaginario maschile del settore, per cui sono i figli maschi a essere mandati avanti. Per questo, fra le altre cose, ha fondato una borsa di studio chiamata Beca Elena Reygadas, che copre i costi di vitto e alloggio per le aspiranti giovani cuoche. “Voglio sostenere la leadership femminile nei ristoranti. Ho iniziato, ma c’è ancora molto da fare”.

Fonte: theworldsfiftybest.com

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