Chef

Teresa Gutierrez, la chef con una brigata 100% femminile che tutela lo staff

di:
Alessandra Meldolesi
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copertina teresa gutierrez

Teresa Gutierrez è chef patron di Azafran, ristorante situato nel cuore della Mancia, che celebra la sua spezia simbolo. Bionda ed esile, sembrava condannata al ruolo di personaggio televisivo, prima di fare incetta di titoli. Qui si racconta e riflette su diversi temi, incluso l’orario di lavoro.

La notizia

Sembrava dovesse restare un personaggio mediatico, Teresa Gutierrez. La quale, anni dopo essere passata da Top Chef, è stata invece finalista a Madrid Fusion per il premio Rivelazione dell’anno e ha portato a casa quello nazionale dei JRE. Il suo ristorante, intitolato alla spezia tipica della Mancia, lo zafferano, di cui è ambasciatrice ufficiale e docente per i cuochi Google, è il tempio della cucina regionale autentica, eseguita da una squadra al femminile. Per quanto lei affermi risolutamente che si tratta di un caso. “Cercavo le persone di maggior talento e alla fine sono risultate tutte donne”.


Gli studi, tuttavia, erano stati da dentista, come il padre e i fratelli, per quanto lei si fosse sempre pensata cuoca. Vocazione alla quale infine si è arresa, abbandonando i legacci del realismo per sognare in libertà. Dopo la scuola alberghiera a Valencia, ecco arrivare i primi riconoscimenti insieme alla sicurezza di aver compiuto le scelte giuste. L’apertura del ristorante è datata 2002, poi nel 2008 la televisione, per incrementare il giro d’affari. “Avevo molti contatti nella gastronomia, perché frequentavo eventi e congressi, ma alla fine chi ti dà da mangiare è il cliente. E ha iniziato a venire con la televisione. C’è ancora chi passa per quello”.


La formazione scientifica non è andata comunque perduta, visto che Teresa si interessa di dietetica e sta cercando corsi online in materia. La cucina mancega ha sempre avuto la fama di una cucina da pastori, e siccome i pastori lavoravano tutto il giorno in campagna, avevano bisogno di piatti che racchiudessero molte calorie in piccole quantità. Sono ricette saporitissime, ma il nostro stile di vita è diverso. Per questo alleggerisco i piatti, sottraendo grassi e carboidrati. Ci troviamo a Villarrobledo, nel mezzo della Mancia, non c’è turismo e la maggior parte della gente fa sosta dall’autostrada. Rappresenta il 90% della nostra clientela. Molti vengono per il commercio del vino e l’idea è che possano ripassare il giorno dopo, senza essere vincolati a un degustazione stagionale”.


“Una cosa che ho avuto ben chiara fin dal principio, è che dovevo avere un concetto chiaro di cucina. Che vedendomi dicessero: Teresa fa cucina mancega. Invece ci sono bravissimi cuochi, che non so cosa facciano”. Sono ricette che a volte si sono un po’ perse, visto che in casa si cucina sempre meno, soprattutto le giovani generazioni. La vita ci sta abituando a cercare la massima comodità in tutto. C’è qualcuno cui piace ancora cucinare, ma di domenica e lo racconta come qualcosa di straordinario. Prima non succedeva, mia madre cucina ogni giorno”.


Della sua squadra dice: “Siamo una famiglia”.Conciliare vita privata e lavoro è difficile. Se ci sono problemi con un figlio, bisogna essere flessibili. Se dobbiamo portarlo un giorno al lavoro, non succede niente. Sono mamma e per me è normalissimo. Troviamo sempre una soluzione. Il tema degli orari, poi, doveva saltare fuori. Credo che il cliente stia iniziando a capire di non poter avere tutto ciò che desidera: è assurdo presentarsi alle 23 per cenare. Anche chi lavora ha una vita privata e vuole tornare a casa”.


Fonte: Siete Canibales

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