Affermato giornalista sportivo, specializzato in Formula 1, Manuel Franco viaggiava per il mondo 200 giorni l’anno. Finché non ha detto basta e ha trasformato il popolare locale dei genitori in un fine dining, già attenzionato dalle guide.
La storia
Manuel Franco era un affermato giornalista sportivo, specializzato nella Formula Uno, che copriva per giornali e canali televisivi, nonché autore di cinque libri. Per il suo lavoro era solito viaggiare fino a 200 giorni l’anno attraverso i continenti. Che si trovasse a Las Vegas o Abu Dhabi, la certezza nel suo cuore era una: che la mamma Josefa Peral, oggi ottantottenne, nel frattempo rosolasse il suo coniglio, friggesse crocchette e grigliasse chuletas nel popolare locale di famiglia, Casa Manolo a Valdemorillo, nella comunità di Madrid.
Oggi quel ristorante si chiama Casa de Manolo Franco, in onore del padre di Manuel (ora cinquantenne), che lo definisce “una persona speciale”. Al piano di sopra continua a dormire l’anziana Josefa, la cui crocchetta apre il pasto, ma in cucina c’è lui e tutto il resto è cambiato: ormai è un fine dining in piena regola, già premiato dal sole Repsol.
A instillare il primo dubbio nella granitica esistenza di Manuel è stata la figlia minore, che un giorno gli ha chiesto di non partire. “Ci sono stati momenti in cui mi sono chiesto perché continuassi”, ricorda. La svolta è infine arrivata nel 2019 con l’insediamento nel ristorante di famiglia per rilanciare l'attività e darle un futuro, dapprima con una proposta di brace e un degustazione breve, poi in chiave sempre più gourmet. Oggi i coperti sono 25 e si pratica quella che Manuel definisce “cucina di campagna”: il tema è l’idea di un giorno nel verde, dalla colazione alla cena. Oltre alla crocchetta, altri piatti storici sono presenti per via di citazione: specialità di papà Manolo erano la tortilla, oggi una lamina di patata cristallo con crema di uovo marinato, e il riso al latte, che preparava per il figlio e questi ha poi servito al padre malato; mentre i churros dello zio sono diventati un antipasto salato in trompe-l’oeil.
I menu degustazione sono due: il breve a 69 euro e il lungo a 94 euro, più una formula a 32 nei feriali, per guadagnare presenze nei giorni più duri. Del posto le materie prime, dalle verdure dell’orto di un signore alle carni bovine e ai formaggi artigianali. Su un lato occhieggia il titolo di una vecchia intervista ad Alonso: “Il prestigio conta più dei titoli”. Il sogno confessabile è però la stella Michelin: “Sarà più di mio padre che mia”.
Foto di copertina: @Jesus J Feria, La Razon
Fonte: El Pais
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