Stellato da 12 anni, Hisop è il fine dining meno caro di Barcellona. “Abbiamo subito deciso che la conquista della stella non dovesse influire su una formula che già funzionava”.
La notizia
Chic, cher, chiant, ovvero elegante, caro e noioso. È il cliché più diffuso sulla ristorazione fine dining, nonostante in tanti si adoperino per sfatarlo. Ad esempio Oriol Ivern del ristorante Hisop, la stella Michelin più economica di Barcellona e forse di tutta la Spagna con il suo menu a 38 euro. Comprende due stuzzichini, un antipasto a scelta fra due opzioni, una pietanza di carne o pesce, formaggio o dessert per chiudere. Di che uscire soddisfatti, senza ripiegare sul fast food all’angolo.In un panorama in fermento, come quello catalano, Hisop è una solida certezza: aperto ventuno anni fa, detiene la stella dal 2010. Quando è arrivata, racconta Ivern, lo spirito è stato quello di continuare come prima, compreso il menu del pranzo a 38 euro, bevande escluse. “C’è stato un momento in cui abbiamo pensato di toglierlo, tenendo solo il degustazione e la carta. Alla fine, abbiamo deciso che la conquista della stella non dovesse influire su una formula che già funzionava”.
A quei tempi il ristorante era già ben avviato, con uno zoccolo duro di clientela fidelizzata, alla quale con il riconoscimento Michelin si sono aggiunti turisti e stranieri. Il 90% degli ospiti, in ogni caso, continua a ordinare il degustazione, che si compone di sei corse, più formaggio e due dolci, a una cifra amichevole: 85 euro o 110 con vini. Qua e là, piatti che cambiano ogni tre mesi e non si sono mai ripetuti in vent’anni. Quale unico signature la triglia finita al tavolo al cannello, servita con salsa sriracha, maionese di miso e lumachine di mare. Mentre la carta alza il tiro, con piatti che si aggirano sui 30 euro, forse per scoraggiare la scelta.
Sono prezzi che l’emergenza covid non ha scalfito (Hisop si è limitato a tentare il delivery, senza peraltro trovare la giusta formula per spedire i piatti nella scatole di cartone); il distanziamento dei tavoli dovuto al calo di occupazione è stato anzi mantenuto per favorire una maggiore intimità, assai apprezzata dalla clientela. Nonostante ogni sera si faccia il tutto esaurito. Mentre il caro bollette e l’inflazione hanno prodotto solo un lieve ritocco verso l’alto, sempre senza strafare. “Non possiamo controllare se gli ispettori ci considereranno meritevoli della stella oppure no, ma possiamo controllare il buon funzionamento del ristorante”, assicura imperturbabile Ivern.
Fonte: Metropoli Abierta
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