La forza dell’Atman sta nel sudore del suo fuoriclasse: Igles Corelli, un maestro che ha fatto ritorno alla materialità delle sue casseruole. Conoscenza, istinto, rigore. E lo spettacolo imperdibile dell’impennata di un mito.
La Storia
La ricercatezza di Igles Corelli
La conquista dell’italia da parte della cucina garibaldina di Igles Corelli continua. Dopo avere preso Ostellato è la volta di Pescia, cittadina toscana affacciata sul torrente omonimo, sulle cui sponde si coltivano i fagioli di Sorana.

E all’assalto ci sono 1000 soldati in assetto di battaglia, provenienti dall’intero stivale completo di isole: dal terroir arrivano i porcini e le trote, dalla vicina Garfagnana le farine e l’aglio rosso, da Porto Santo Spirito il pesce, gamberi rossi e viola su tutti, dal Bolognese le carni suine e bovine della macelleria Zivieri, da Zeri l’agnello, da Zocca il latte e i latticini, da Campofilone e Roseto degli Abruzzi le paste, da Comacchio l’immancabile anguilla…


Un sincretismo patriottico che archivia la retorica campanilista del km0 in favore di un know how ad ampio raggio, che salta i recinti della selezione per metter becco in procedimenti produttivi ad hoc, secondo una filosofia di pre-cucina, ovvero cucina prima della cucina stessa.

Il pot-pourri ispira ricette altrettanto fantasiose, meticce, imprevedibili, dove l’inchino ossequioso nei confronti della tradizione e il clin-d’oeil nostalgista rivolto al comfort food (ah, la polpetta della mamma!) sposano il puntiglio tecnico, il contemporaneismo up-to-date, il brivido dell’abbinamento azzardato fra ingredienti che restano pervicacemente se stessi. Soprattutto l’estro e la personalità di un autore nel senso più puro del termine, innamorato delle sue materie prime e capace, come vuole l’etimologia, di farle crescere ancora (giacché auctor è colui che sa “aumentare”).
I Piatti


L’immaginazione non è meno capricciosa del meteo, ed entrambi sparigliano una carta che fruscia melodiosa. Si spazia dall’impeccabile foie gras in terrina, la cui allure da grande maison è spettinata dall’eclettismo, che si tratti di un’aria di kiwi o di una brezza iodata con agrumi canditi, equilibrati nel movimento come trottole sgargianti; all’orgoglio risorgimentale degli spinosini risottati con gamberi rossi o del risotto tutto pomodoro, chaud froid purpureo con salsa, fumo e sorbetto che annette l’avanguardia all’italianità; fino all’apoteosi dei grandi secondi.

La polpetta di oca granaiola con pop corn della sua pelle, guazzetto di calamaretti e alga fritta, 100% Igles negli ingredienti e nel sorriso accattivante, come il succulento carrè di agnello con salsa al fieno maggengo, granita di tè nero e sesamo tostato, dove la storia pulsa al battito gagliardo dell’ora. Ma anche l’extrapiatto, snello e dinamico, è nuovo.
Il Ristorante

Atman in sanscrito sta per sé, essenza, soffio vitale. Uno spirito che pervade le persone al pari degli animali e di tutta la natura, endemico in un ristorante che fa dell’empatia con la materia la sua cifra vincente.

Il locale che battezza, dislocato su più piani, con una terrazza su Piazza del Grano dove si svolgono corsi di barbecue, è stato ricavato negli spazi raccolti di un convento cinquecentesco sconsacrato, poi adibito a fabbrica di seta e infine sede della popolare Fiaschetteria Roma.

Un contesto che non ricorda affatto la vecchia Locanda della Tamerice, a parte i quadri staccati e riattaccati alle pareti: al posto dei colori vividi e degli effettismi barocchi, la linearità e i materiali naturali dell’architetto Gianfranco Raffaelli. Pensati appositamente affinché su tutto possa dominare la finestra luminosa della cucina a vista, dietro la quale Igles Corelli si affaccenda alacremente.

Ed è subito show.
Indirizzo
Ristorante AtmanVia Roma, 4 – 51017 Pescia (PT)
Telefono: +39 0572 1903678