La rinascita della cucina aborigena: Mindy Woods, la chef che riconcilia l’Australia a tavola eletta Champion of Change.
Mindy Woods, orgogliosa donna Bundjalung, ha un obiettivo chiaro: riportare in vita la cultura gastronomica delle Prime Nazioni australiane. La sua determinazione l’ha portata a ricevere il prestigioso Champion of Change Award nell’ambito dei World’s 50 Best Restaurants 2025 (il cui network ha recentemente pubblicato un'intervista dove la chef si racconta nel dettaglio). Attraverso il cibo, Woods narra una storia di riconciliazione, identità e resilienza culturale. E tutto ha avuto inizio con una pianta succulenta chiamata karkalla.
La saggezza della nonna e la cultura aborigena
"Ai tempi di mia nonna eravamo culturalmente responsabili. Siamo molto fortunati perché proveniamo da una società matriarcale", dice Mindy. Margie Felton, la nonna, era una figura centrale nella vita della chef: la guidava nella raccolta dei granchi di fango, cozze d’acqua dolce, verdure selvatiche. Quando Mindy si scottava al sole, sua nonna la curava con il karkalla, che leniva la pelle, ma era anche un ingrediente prezioso in cucina. Quel gesto semplice è diventato il seme di una missione più grande: onorare la memoria della nonna attraverso il recupero della cucina ancestrale.
Dalla fisioterapia alla cucina nativa
Dopo una carriera nella fisioterapia e una svolta in MasterChef Australia nel 2012, Woods ha aperto nel 2020 Karkalla, un ristorante a Byron Bay. Il successo è stato immediato: piatti come il finger lime (caviale di agrumi) hanno affascinato i clienti. Eppure, dopo quasi cinque anni, ha sentito il bisogno di andare oltre: trasformare il ristorante in Karkalla on Country, un’esperienza culinaria e culturale immersiva, fatta di cerimonie del fumo, pranzi a lunga tavolata e passeggiate nella foresta alimentare.
Superfood senza hashtag
Nel 2024 ha pubblicato Karkalla at Home, un libro di cucina che unisce ricette quotidiane con ingredienti nativi – warrigal greens nelle uova strapazzate, pancake alla ricotta con burro pralinato di macadamia. Ma anche un calendario stagionale Bundjalung e un’enciclopedia dei prodotti indigeni. «Questi ingredienti sono adattati al nostro clima, non richiedono pesticidi o fertilizzanti. Sono superfood, ma senza gli hashtag alla moda.»
Cibo come atto politico
Per Woods, cucinare non è solo un atto creativo: è un gesto politico, una forma di tutela culturale. Sogna un sistema di denominazione d’origine per gli alimenti nativi e maggiore riconoscimento per le comunità indigene. «La nostra è la cultura alimentare più antica al mondo. Eppure, molti australiani pensano che la cucina sia solo la grigliata del weekend.»
Educazione, empowerment, equità
Oltre alla ristorazione, Woods è coinvolta in progetti come The Returning, che trasmette conoscenze di bush food e sopravvivenza a ragazze adolescenti indigene. Fa parte anche del consiglio di Black Duck Foods, impresa impegnata nello sviluppo di un’industria del grano nativo e nella promozione della sovranità alimentare. «Siamo i panificatori più antichi del pianeta. Le nostre pietre da macina hanno oltre 60.000 anni.»
Raccontare una storia invisibile
Secondo Woods, la storia aborigena è stata a lungo ignorata o raccontata da prospettive "bianche". «Io sono di origini miste. Ma la vera storia della nostra nazione non viene insegnata a scuola. Per questo ho scelto il cibo: è un luogo sicuro, accogliente, dove ci si può incontrare e ascoltare.»
Un futuro che nasce dalla terra
Con il suo lavoro, Mindy Woods non solo cucina piatti deliziosi: cura ferite storiche, restituisce dignità e pianta semi per il futuro. La sua vittoria come Champion of Change non è solo personale. È il riconoscimento di una cultura che, per troppo tempo, è stata messa a tacere. Oggi, invece, si racconta a tavola – con orgoglio, memoria e gusto.
