Giovane, dinamico, grandi esperienze italiane ed estere, per una cucina mediterranea dotata di grande tecnicismo e molto cuore; questo è il biglietto da visita di Andrea Aprea, chef del ristorante Vun dell’Hotel Park Hyatt di Milano.
La Storia
La storia di Andrea Aprea
Molto si gioca su due parole contrapposte: “Vun” in dialetto uno, quindi primo, e la parola “Ultimo”, il cognome di chi guida la sala di questo bellissimo ristorante, il bravo Nicola Ultimo.

Nel mezzo lui, lo chef Andrea Aprea, un napoletano verace con modi gentili, occhi brillanti svegli, intelligenti.

Il suo è un passato stellare: già chef del ristorante “Il Comandante”, del Romeo Hotel di Napoli, molte altre sono le esperienze professionali importanti, come l’aver calcato il suolo delle cucine inglesi del “The Fat Duck”, guidato da Heston Blumenthal, senza dimenticare quella perla del ristorante “Rossellinis” dell’ Hotel Palazzo Sasso a Ravello.



Il ristorante è inserito nel meraviglioso contesto dell’ Hotel Park Hyatt di Milano, ambiente lussuoso e confortevole arredato con materiali dai colori caldi e rilassanti dall’architetto Ed Tuttle, in pieno centro storico cittadino, di fronte alla galleria Vittorio Emanuele II, a due passi dal Teatro alla Scala, piazza Duomo, via Montenapoleone e via della Spiga.

Andrea ama definire la sua cucina contemporanea, come un qualcosa che guarda al futuro, ma senza mai dimenticare le proprie origini, quindi il gioco di parole si fa nuovamente concreto, da “primo/a” ad “ultimo”.
I Piatti

Sono pietanze importanti quelle di Andrea, materie prime sempre di primissimo ordine, sapientemente scelte e selezionate, stagionali e territoriali. Il territorio è spesso quello del cuore, quindi campano, napoletano, della costiera Amalfitana.


I piatti sono esteticamente molto belli, non solo perché disegnati da quel funambolico stilista - design di Paul Smith, e realizzati in pochissimi esemplari da Richard Ginori, ma anche perché concepiti dallo chef con un pensiero estetico che si contrappone fra un minimalismo orientale e un barocco napoletano. Sono piatti che incutono rispetto.


La visione attraverso l’obiettivo crea un circolo di confusione mentale al fotografo, che deve trovare la giusta interpretazione, e come amava disquisire Johann Willsberger, il grande fotografo tedesco editore di Gourmet, non sai se fotografarli di lato o in visione orbitale, ma la veduta reale può lasciare solo sorpresi, come meravigliati si rimane all’assaggio:
siamo al Nord ma nel piatto c’è il Sud, con tutto il suo calore, i suoi sapori e colori.

Il piatto che più mi ha colpito è “La caprese”, pietanza assolutamente da provare, che da sola vale il viaggio. La base è un coulis di pomodoro, o meglio, tre varietà di pomodoro differenti (Corbarino, Ciliegino e Datterino) con pane cafone, sovrastato da una sfera di isomalto e siero di mozzarella.


In sala come già scritto, c’è Nicola Ultimo, maìtre di grande levatura che sa metterti a tuo agio in un ambiente sicuramente importante.

Con lui in sala, la giovane sommelier Valentina Benedetti, abile e concreta nel farti capire quali bottiglie possono positivamente cambiarti la vita enologica e non.
Tutte le fotografie sono di Lido Vannucchi
Indirizzo
Ristorante Vun dell’ Hotel Park Hyatt MilanoVia Silvio Pellico 3 - 20121 Milano