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Pepe Solla: "I ristoratori? Non sono stati i più colpiti dal Covid”

di:
Alessandra Meldolesi
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Pepe Solla 1 1 2023 05 04 12 07 50

Lo chef Pepe Solla mette al bando il vittimismo: non è vero che la ristorazione è stata il settore più colpito dalle politiche anti-covid. Ammortizzatori e dehors hanno risarcito gli esercenti, ora alle prese con le necessarie riforme.

L'opinione

Non è certo un novizio della ristorazione, Pepe Solla, da 20 anni alla guida di un ristorante la cui storia è lunga il triplo, Casa Solla a Poio. Sul punto di ristrutturarlo, per dimostrare “l’attualità del format gastronomico”, si appresta a inaugurare anche un secondo locale a Vigo, el Palacio de la Oliva, sempre fine dining, ma più centrato sul prodotto. In Galizia è un nome che conta e che i conti li sa fare, ma anche un professionista che parla con schiettezza dei vizi del settore.


La pandemia, per esempio. Nel piagnisteo generale, non si perita di affermare che no, la ristorazione non è stata fra i settori più colpiti, grazie agli aiuti e ai dehors. “Devo essere sincero, la pandemia non è stata così dura per me. Da un lato, sotto il profilo imprenditoriale, ha rappresentato una situazione complicata. Mi ha rubato il progetto appena lanciato a Santiago, la Radio, che ha sofferto moltissimo, mentre nei due mesi di apertura era andato molto bene. È stato complicato, sì, ma non impossibile. Nel senso che Casa Solla, sono sincero, ha sofferto il giusto e neppure gli eventi sono stati troppo penalizzati. Sono entrambe attività ben consolidate. E credo che in generale, nonostante ci siano stati casi molto duri, l’hôtellerie non sia stata fra i settori più colpiti. Siamo stati vittime delle chiusure, è ovvio, e gli aiuti non sono stati quelli che speravamo. Ma in generale il nostro è il settore che ha recuperato più in fretta. La cassa integrazione in questo senso è stata di grande aiuto”.


Abbiamo potuto riaprire, ricominciare a fare impresa. Rispetto chi ha sofferto. Anche io ho sofferto, ma in generale ci è stato consentito di ripartire velocemente, a differenza dell’arte, della musica, dello spettacolo… In altri campi è andata molto peggio. Poter lavorare all’aperto a partire dall’estate 2020 ci ha dato una grande spinta. I bar, non tutti ma la maggior parte, hanno moltiplicato i loro dehors per sei. Ci piace piangerci addosso, ma non siamo quelli messi peggio. Neanche quelli messi meglio, in verità”.

Casa Solla



Certo le condizioni sono cambiare per tutti, ma il pubblico ha risposto con favore. Nella Spagna dei tiratardi, l’apertura serale è stata anticipata, in modo da poter chiudere all’una, cosicché alle nove e mezza sono già tutti seduti. Fa parte del nuovo equilibrio fra vita e lavoro ricercato nella ristorazione, dopo che il covid ha sovvertito la scala generale dei valori. “E a questo proposito voglio fare un applauso ai clienti, che hanno risposto perfettamente al cambiamento e ci hanno sostentato in questi anni difficili. Grazie”.


Fonte: Siete Canibales

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Foto: @Casa Solla

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