Chef

José Carlos Garcia: da apprendista di frittelle a chef di una "trattoria stellata"

di:
Alessandra Meldolesi
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copertina jose carlos garcia

A Malaga la stella Michelin è una sola: ce l’ha portata José Carlos Garcia, che ora festeggia il suo successo ventennale in compagnia dei mostri sacri della cucina spagnola.

La notizia

Ha dell’incredibile la storia di José Carlos Garcia, unico cuoco stellato sulla piazza di Malaga. Innanzitutto, per le origini familiari: i suoi avevano infatti una churreria, dove confezionavano e vendevano le celebri frittelle, messa su con i soldi fortuiti di una vincita alla lotteria. È stato fra quei calderoni di olio bollente che a 5 anni ha iniziato ad appassionarsi per il cibo e la cucina; poi è arrivato il Café de Paris, aperto dai genitori nel quartiere di Malagueta due anni dopo. “Da adolescente lavoravo come cameriere e finivo sempre con il grembiule da cuoco. Volevo stare in cucina e un giorno l’ho detto a mio padre. Mi ha risposto che andava benissimo, ma che avrei dovuto studiare”.

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Significava frequentare l’alberghiero di Malaga, seguito da qualche esperienza all’estero con Léa Linster e Gerard Royant, poi al fianco dei suoi maestri Joan Roca e Martin Berasategui, che già aveva iniziato il padre. Una formazione terminata nel 2001 con il ritorno al Café de Paris, il posto dove dimostrare tutto ciò che aveva imparato. Nel novembre dello stesso anno, è una telefonata di Berasategui a suggerirgli di acquistare il giornale. Lui pensa sia uno scherzo, invece c’è il suo nome nell’elenco dei ristoranti stellati. “Non ero all’altezza. Mi ha rallegrato, ma è stato complicato. Ho fatto molti errori”, confida oggi.


Dieci anni dopo è caduta l’apertura del ristorante eponimo, con sede a Muelle Uno, spazio commerciale appena inaugurato nella zona del porto, dove si è posizionato anche il Centre Pompidou, e affaccio sulla fortezza di Malaga. Nel giro di un anno vi ha recuperato la stella persa, ricorrenza che ha appena festeggiato in compagnia dei suoi due maestri, Martin Berasategui e Joan Roca, intervenuti per serate a quattro mani. “Non mi ossessiono, ma ogni giorno sogno la seconda stella”, vagheggia Garcia, che ha anche assunto la consulenza del ristorante Balausta presso l’hotel Palacio Solecio. Tutt’intorno resta comunque ineguagliato. “Forse i miei affari ne risentirebbero, ma se in città ci fossero più stelle, sarebbe una gran pubblicità”.

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Fra i progetti in itinere, dopo il degustazione celebrativo del decennale, un menu dedicato agli ospiti vegani, sempre più numerosi; sotto il profilo organizzativo, il ripensamento della professione con orari e salari più congrui, cui sarà chiamato a contribuire il cliente.

Fonte: El Pais

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