In pieno centro, un locale originale nell’ambiente e nella proposta gastronomica a cura dello chef Pierluigi Gallo, allievo di Niko Romito.
La Storia
Giulia Restaurant: Pierluigi Gallo torna a Roma
Le grandi vetrate affacciate sulla centralissima via Giulia e l’ingresso un po’ defilato dal Lungotevere dei Tebaldi; un ballatoio e la scala che conduce alla sala sottostante, con un decoro sui generis – tra poltroncine colorate e tavoli in legno di forme diverse, sculture minimaliste e pareti ricoperte di muschio, lampadari in stile d’epoca e richiami industrial – ma interessante e decisamente originale. Un bancone bar fornitissimo e un’offerta gourmet declinata lungo tutta la giornata o quasi, dalla colazione all’after dinner. E pure le stanze per la notte – due camere doppie e una suite con terrazzo – e una suggestiva terrazza per cene a lume di candela, in arrivo per la primavera.
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Il progetto di Giulia Restaurant – l’ultima creazione di Carlo Maddalena, imprenditore artefice tra gli altri anche della vicina Bottega Giulia in via dell’Orso – intriga a cominciare dagli spazi ricavati in un ex atelier e magazzino artistico, in una palazzina curata dall'architetto e urbanista Marcello Piacentini. Ma l’elemento più interessante è di certo l’offerta gastronomica affidata in toto – incluse le proposte della Bottega, semplici ma a base di materie prime di alta qualità – a Pierluigi Gallo, ex allievo e collaboratore di Niko Romito.
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Pierluigi però non corrisponde esattamente al profilo dei giovanissimi Romito Boys (and girls) che stanno muovendo i loro primi passi lavorativi dopo essere usciti dalla scuola di Niko Romito Formazione, gettando le basi per una nuova generazione di cuochi capaci di interpretare in maniera personale la lezione del grande chef abruzzese. A 35 anni, ha già accumulato diverse esperienze interessanti nel mondo della ristorazione. Di origini campane ma nato in Abruzzo, è cresciuto nel ristorante di famiglia nei dintorni di Vasto, dove ha messo in pratica fin da piccolo diversi aspetti di questo mondo: dal bar alla sala, dalla cucina alla pizzeria. Nonostante gli studi universitari lo stessero portando in un’altra direzione, a quattro esami dalla laurea ha deciso di tornare sui suoi passi e aprire un ristorante tutto suo in zona: l’Osteria del Gallo, 25 coperti e una cucina incentrata sulla carne, con bancone e camino per la brace. Capito che quella è la sua strada, ha scelto poi di puntare su una formazione di alto livello iscrivendosi alla scuola di Niko Romito a Castel di Sangro per apprendere tecniche e conoscenze sulle materie prime. Un percorso faticoso ma fruttuoso, che lo ha portato dritto nelle cucine del Reale: Pierluigi faceva parte della brigata del ristorante al momento dell’arrivo della terza Stella Michelin. Dopo un periodo alla guida di Spazio a Rivisondoli – il ristorante che conclude il percorso formativo da Niko con un’esperienza sul campo – la decisione di trasferirsi a Roma, dove ha lavorato da All’Oro con Riccardo Di Giacinto e al Pagliaccio di Anthony Genovese prima di prendere per qualche tempo la guida del ristorante Gli Ulivi ai Parioli.

Dopo la breve parentesi al Greg di Tivoli – dove avevamo conosciuto e apprezzato la sua cucina – conclusasi in maniera repentina, eccolo di nuovo a Roma grazie a un concatenarsi di coincidenze: lui cercava un lavoro, Maddalena cercava qualcuno che sostituisse lo chef precedente portando avanti un progetto già avviato. La cucina di Pierluigi però lo ha convinto a lasciargli carta bianca quasi su tutto. Così lo chef, insieme a gran parte della brigata che lavorava già con lui a Tivoli – e ben supportato in sala dal bravo maitre e sommelier Antonello Manias – ha pensato una proposta flessibile a seconda dei momenti della giornata ma sempre caratterizzata da sapori intensi ma equilibrati e da piatti che uniscono eleganza e sostanza, basati sul rispetto degli ingredienti e sulla loro riconoscibilità.

Dalle 9 è attiva la caffetteria con una proposta di biscotteria secca (ma presto ci saranno anche le colazioni complete) mentre al pomeriggio si può venire per uno tè da accompagnare con i dessert della carta o una selezione di piccola pasticceria ma pure qualche semplice proposta salata dalla cucina. A pranzo il menu prevede la scelta alla carta e un menu degustazione ridotto (a 35€) mentre l’aperitivo – magari in attesa del tavolo per la cena – è a base di cocktail ben miscelati e qualche piccolo assaggio della cucina. E se per i tiratardi il bancone del bar resta attivo fino alle 2 di notte, dalle 19 alle 23 entra in scena il menu gourmet vero e proprio.
I Piatti
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Introdotti da divertenti amuse-bouche ispirati ai classici romaneschi, alcuni piatti – rivisti e corretti anche in base alla stagione e alla nuova situazione geografica – vengono dall’esperienza di Tivoli mentre altri sono del tutto nuovi, sempre piuttosto riconoscibili e spesso giocati su insoliti ma riusciti abbinamenti “mare e monti”. Per esempio, il filetto di trota marinato diventa (anche in base al pescato) di cefalo e, scottato solo sulla pelle, è accompagnato dall’intenso fondo di cacciatora di pollo e croccanti foglie di verdure invernali, mentre gli gnocchi ripieni di spuntature con puntarelle croccanti e alici sembrano aver ormai raggiunto la perfezione nell’esecuzione.

Bella conferma anche l’assaggio degli spaghettoni Gentile con condimento di moscardini, lumachine e ricci di mare, evoluzione delle fettuccine con ricci di mare e cannolicchi che distilla l’essenza del mare mantenendo cremosità e ricchezza. Perfetto per la scarpetta con l’ottimo pane che, insieme a grissini e focaccia, compone il valido cestino.

Ma a convincere sono anche le nuove creazioni come l’ottimo risotto al porro crudo, cotto, fermentato e capra, bel gioco tra le sfumature dolci-amare del bulbo e la piccante acidità dello stracchino semi-stagionato di capra tenuto insieme dal riso cotto e mantecato senza la minima sbavatura.

Interessante pure l’agnello – quattro assaggi da diversi tagli e con cotture differenti, dal cervello alla pancia in un saliscendi d’intensità e consistenze – servito con rape e scalogno.

Di grande scuola il piccione, anch’esso declinato in parti e cotture differenti: la coscia al forno, il petto in padella con il suo fondo di cottura, accompagnati da pan brioche e radicchio che sembra quasi sottolineare il rosato intenso della carne.

Tra i dessert ci ha convinto di più il riuscito e già collaudato abbinamento tra Cocco, cioccolato bianco e passion fruit della crostatina con ricotta di bufala e amarena, ma sapere che c’è in carta anche l’éclair al limone e meringa bruciata assaggiato a Tivoli ci conforta. Come pure i prezzi dei menu degustazione davvero allettanti per essere nella chicchissima via Giulia: 45 euro per il menu Ti Presento Giulia (4 portate più amuse bouche e petit four), 65 per il menu Pierluigi Racconta..., con un numero variabile di portate decise sul momento dallo chef.
Indirizzo
Giulia Restaurantvia Giulia n 245 / 249 (ingresso da Lungotevere dei Tebaldi 4A) - 00186 Roma
Tel. 06 94892076
La Pagina Facebook del ristorante