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Cibo Nostrum 2018: a Taormina la festa di tutta la cucina italiana

di:
Alessandra Meldolesi
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Divi e non solo: a Taormina Cibo Nostrum ha rimescolato la cucina italiana. 

La Notizia

Cibo Nostrum 2018: a Taormina la festa di tutta la cucina italiana


Un esercito bianco di toques per le strade variopinte di Taormina, pentole che sfrigolano e una tessitura di profumi nell’aria. Fra le 270 postazioni lungo il corso principale, qua e là spunta una faccia nota. Ma non è questo il senso di una manifestazione, celebrata per la settima volta dalla Federazione Italiana Cuochi, forse la più rappresentativa associazione professionale con la sua penetrazione capillare (200 delegazioni provinciali, più quelle estere) e i suoi 20mila membri, che innervano la gastronomia nazionale. Ne ha coinvolto un migliaio da tutta Italia nell’evento, che ha visto la partecipazione di Chic Chef, Conpait e le Soste di Ulisse, unione di gourmet siciliani. Senza quel divismo aduso a segmentare il settore in alto e basso, celebrities e umili artigiani.

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Padroni di casa Rocco Pozzulo, presidente nazionale FIC, Seby Sorbello, a capo di FIC promotion, e Pietro D’Agostino, presidente di Chic Chef Sicilia. Il quale commenta: “Cibo Nostrum si conferma un’occasione gioiosa e generosa per esaltare i valori che ruotano attorno al cibo: amicizia e passione per le cose buone. Che servissimo cibo goumet o da strada, tutti insieme abbiamo raccontato l’amore per gli altri attraverso il cibo, il desiderio di rendere felici le persone mediante ciò che è buono e sano. E i cuochi stranieri, dall’India all’Olanda, hanno celebrato i nostri prodotti migliori. È stato anche l’anno in cui abbiamo rivolto la nostra attenzione ai più piccoli: non a caso abbiamo coinvolto l’associazione MOIGE, che contrasta il cyberbullismo. A questi ragazzi di oggi abbiamo portato il nostro esempio, quello di adulti che con il sorriso e il cuore si sono presi per mano al fine di realizzare una festa, che ha riunito decine di migliaia di persone. Insieme e con passione si possono fare grandi cose. Questo per me è Cibo Nostrum”.

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I numeri infatti sono lusinghieri: 30mila visitatori, 95mila degustazioni fra assaggi, dessert e calici, 15 mila euro destinati al MOIGE, ma anche altrettanti per la ricerca contro il Parkinson (fondazione LIMPE) e 13mila al Dipartimento Solidarietà Emergenza FIC. D’Agostino ha realizzato un lollipop di polpo sotto forma di sfera, con menta, gelatina di limone e grappa, sul modello del polpo e patate che il nonno irrorava di succo di limone. Mentre Paolo Barrale ha proposto una tartelletta di pasta fermentata all’aceto con ricotta di pecora, fagiolini, fragole, pancetta di tonno affumicata e fiori di sembuco, sul confine fra dolce e salato. “Perché Cibo Nostrum mi piace? Sana e buona amicizia per il bene comune. W la Sicilia”, dice. Marco Sacco da parte sua ha distribuito cornetti ai fegatini, agrumi e cacao.

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La Taormina Cooking Fest però è stata il culmine di una tre giorni articolata di eventi, compreso un convegno sulla promozione del consumo di specie ittiche “eccedentarie”, il cosiddetto “pesce povero” diverso dai soliti noti, una ventina di tipologie “pregiate” che ingombrano le tavole e spariscono dai mari, vittima di sistematico sforamento ai limiti di legge (MSY, rendimento massimo sostenibile). Avviene nonostante gli indubbi vantaggi per la salute e la sostenibilità ambientale degli “ignoti”, grazie al contenuto in omega 3, 6 e proteine biosostenibili. Fra gli ostacoli c’è spesso la difficoltà nella pulizia, cui può ovviare la trasformazione conserviera. Se ne è fatto testimonial Ciccio Sultano, che sta mettendo a punto ricette in tandem con l’armatore Nino Testa. Promoter il Ministero per le Politiche Agricole e Forestali attraverso il programma operativo su pesca e acquacultura del FEAMP.

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Focus anche sul tonno rosso a opera del “polo multidisciplinare” Chef for Blu Lab, con un esemplare da primato affidato alle cure di Francesco Patti, Carmelo Chiaromonte, Peppe Cannistrà, il barman Marco Rasta e il padrone di casa Alfio Visalli (ma neppure Ciccio Sultano ha saputo tenere il coltello nell’astuccio).

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Né sono mancate quattro masterclass a opera di Massimo Mantarro, Giuseppe Costa, Roberto Toro ed Emanuele Vallini della Carabaccia di Bibbona. Quest’ultima si è tenuta presso il Kistè – easy gourmet, spin-off della Capinera di D’Agostino, con presentazione del libro Dall’Atelier alla Cucina. Arte, moda e grandi menu firmato dallo chef con Elisabetta Arrighi.

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Menzione speciale per la selezione dei vini, che hanno registrato il rinascimento in corso sull’isola. Merito della Valigia di Bacco, che fa viaggiare per il mondo Nino Barraco, Alessandro e Aldo Viola, Francesco Guccione, Lantieri, Riofavaro e Vivera fra gli altri. Davvero un bel bere.

 

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