Sella&Mosca chiama Antonio Marras a disegnare le etichette di quattro nuovi prodotti che nascono dai vitigni più rappresentativi per l’azienda. La novità assoluta è il primo Torbato declinato come Metodo Classico.
La Notizia
Come anticipato a settembre,
in occasione della limited edition dell’Alghero Torbato Brut realizzata per la collezione dello stilista, Sella&Mosca e Antonio Marras celebrano ufficialmente questo fortunato connubio presentando quattro nuovi vini le cui etichette sono disegnate proprio da Marras che ha costruito intorno ad esse e ai vini proposti una storia forte che parla di legami autentici, di valori e di territorio, evocando la magia della notte di San Giovanni per iniziare il racconto dei cinque personaggi (protagonisti di una delle etichette una coppia di gemelli).
Le quattro nuove referenze valorizzano i vitigni più rappresentativi per Sella&Mosca e per la Sardegna: vermentino, cannonau, torbato. Il Torbato viene proposto in due versioni una delle quali rappresenta la prima esperienza di Torbato declinato come Metodo Classico.
“Siamo orgogliosi ed entusiasti di questa collaborazione, voluta fortemente per raccontare l’identità di una terra a cui abbiamo scelto di dedicarci con amore e rispetto” racconta Francesca Moretti, amministratore delegato di Sella&Mosca “con progetto Sella&Mosca + Antonio Marras abbiamo anche voluto portare una expertise importante del gruppo Terra Moretti, producendo da un vitigno così rappresentativo per la Sardegna - e in particolare per Sella&Mosca - un Metodo Classico che appartiene, invece, alla tradizione vinicola della mia famiglia. Insieme al nostro enologo Giovanni Pinna abbiamo creato il primo Metodo Classico da uve torbato e crediamo moltissimo in questo prodotto e negli altri tre nuovi vini”.
I quattro vini saranno disponibili a partire dalla fine del 2018 e porteranno il nome dei personaggi raccontati da Marras: Oscarì sarà il Metodo Classico da uve torbato; Ambat il Vermentino di Sardegna; Catore l’Alghero Torbato e Mustazzo il Cannonau di Sardegna.
“Con Sella&Mosca condividiamo l’amore per Alghero, Barcellonetta per i nostalgici, i tramonti infuocati quando il sole cala dietro Capo Caccia, il gigante che dorme sul mare mentre il faro illumina come una stella cometa tutto il golfo – racconta Antonio Marras -. Abbiamo in comune i profumi del mirto e dell’elicriso, l’ambat, il maestrale, il mare, le tinte scure degli uliveti e il rosseggiare delle vigne.”
Ed ecco il racconto:
Quando un marinaio, un pugile, un eccentrico e un uomo ingiustamente accusato di essere un bandito si incontrarono ad Alghero la notte di San Giovanni e saltarono sul fuoco e divennero compari.
La notte di San Giovanni, tra il 23 e il 24 giugno, è forse la notte più incredibile dell’anno, celebrata da centinaia d’anni con riti e usanze.
La notte tra il 23 e il 24 giugno è una notte sacra.
È la notte che decide i destini dell’intero anno solare, carica di magia e di presagi: pratiche divinatorie, lavacri di purificazione, falò rituali, raccolta notturna di rugiada ed erbe benefiche. La notte di San Giovanni è ancor più magica per i suoi mille fuochi, che si accendono in tutta Europa, tradizione antichissima tramandata dai Fenici che adoravano il dio Moloch.
Chi salta i fuochi tenendosi per mano diventa compare e/o comare.
Ad Alghero è una tradizione molto sentita.
In spiaggia San Giovanni si accendono alti e ridondanti fuochi tra migliaia di persone che, incantate, giocano e festeggiano.
Nella magica notte di mezza estate, quando il sole è nell’apogeo, al mondo possono accadere cose prodigiose.
È quella notte quando OSCARÌ da Ittiri, CATORE da Villanova, i fratelli AMBAT da Alghero e MUSTAZZO da Mamoiada si incontrano in un bar sulla spiaggia e ognuno con il suo percorso, ognuno diverso, si confronta, si confessa e racconta la propria storia. Racconta quello che è stato e quello che diventerà dopo il salto sul fuoco.
Ognuno ha la sua caratteristica, il suo carattere, la sua tipicità.
Chi è dolce, chi frizzante, chi scuro, chi chiaro, ma soprattutto tutti uniti da un legaccio rosso che porta al legame della terra e del cielo.
Sotto il cielo stellato di Alghero e sulla terra di vigneti e ulivi si lega un’amicizia, un legame di quattro personaggi così vicini, così lontani, che per tutta la vita saranno compari, più di fratelli.
Antonio Marras
La Storia di Sella&Mosca
Sella & Mosca nasce ad Alghero
per mano dei due imprenditori piemontesi che le danno il nome: l’ingegnere Sella, nipote del famoso statista Quintino Sella, e l’avvocato Mosca. Era il 1899 e quell’impresa suona ancora oggi pionieristica, unica ed esemplare. Furono necessarie imponenti opere di bonifica per trasformare quelle vaste tenute in impresa vivaistica prima e vitivinicola poi. Prima le barbatelle, da cui prese vita l’azienda vivaistica, poi i vigneti crebbero. Infine la costruzione di una cantina all’avanguardia. Conta oggi 550 ettari di vigneto producendo un'ampia gamma di etichette: Dal Vermentino di Sardegna a quello di Gallura, dai Cannonau al Carignano del Sulcis, dai Torbato (anche in versione Charmat e Metodo Classico) al Marchese di Villamarina, un Cabernet dal profilo isolano. L’azienda che ha ridato turgore a Sella&Mosca è il Gruppo Terra Moretti. Tre regioni, sei cantine, sei modi diversi di vivere la bellezza dell’Italia. Terra Moretti è da sempre impegnata nella tutela e valorizzazione dei territori a più alta vocazione vitivinicola. Nel nome della capogruppo l’impegno di sempre: la terra è un patrimonio da tutelare, valorizzare e trasmettere alle nuove generazioni. In Franciacorta Bellavista e Contadi Castaldi, in Toscana Petra, Tenuta La Badiola e Teruzzi, in Sardegna Sella & Mosca. Imprese che si riconoscono negli stessi valori. Fondato da Vittorio Moretti, il gruppo è oggi guidato da Francesca Moretti che ha dato avvio ad un processo di conversione “verde” di tutte le tenute intraprendendo strategie integrate di difesa biologica e portando innovazione nel campo della sostenibilità ambientale.