Per chi ai pic-nic sul prato preferisce i piaceri della buona tavola, una proposta di cinque indirizzi gourmet per una Pasquetta fuori porta e mai fuori mano.
I Ristoranti
Il punto di partenza è Milano e il suggerimento è lasciare un attimo da parte telefonate, social media ed email per abbandonarsi al gusto: che si tratti di mare, collina, lago o montagna, l’ambizioso obiettivo è provare a soddisfare tutti, sia in termini di contesto che in termini di palato.Se proprio non si può fare a meno dello smartphone, che sia almeno per una giusta causa: con il GPS puntato sulla propria destinazione preferita, l’invito è rivolto a tutti gli amici buongustai che, provati da millenari banchetti e bucoliche scampagnate, sognano a occhi aperti di distendere le gambe sotto una bella tavola imbandita. Una fantasia che può diventare realtà con una gita di Pasquetta a prova di veri intenditori.
1. Da Annetta Wine & Food
A circa un’ora di autostrada da Milano, il ristorante Da Annetta Wine & Food in via Fè 25, a Varese Capolago, è situato all’interno di un elegante edificio settecentesco circondato da un ampio cortile con giardino. Nelle giornate di sole, il verde brillante delle piante rampicanti che risalgono la facciata del palazzo si fonde con i toni ambrati delle pareti, facendo da ideale sfondo a suggestivi ritratti. Quando il cielo è grigio, a illuminare gli animi sarà l’accoglienza calorosa di un ambiente country-chic dove la rusticità di una signorile dimora di campagna si unisce all’eleganza senza tempo di un locale di tradizione storica. Sulla carta si legge “Ristorante Da Annetta a Capolago, dal 1928”: infatti, già da quell’anno la nonna Annetta gestiva l’osteria dove si rifugiavano i buongustai della zona insieme ai viandanti e alle famiglie milanesi in fuga dalla città. Con la figlia Angela e il marito Carlo De Lodovici, il progetto cresce e Da Annetta diventa un vero punto di riferimento per i palati più raffinati. Nel 1996, sotto la guida del nipote Massimo, il ristorante si afferma valorizzando la classicità pur mantenendo uno sguardo lungimirante orientato all’innovazione. Le materie prime di stagione sono protagoniste assolute di una cucina che esalta i sapori della terra rendendosene sofisticata portavoce. La cantina, che conta più di 500 etichette, custodisce alcune tra le migliori referenze italiane ed estere, con un’ampia selezione di champagne. Oltre a tre sale più piccole, il ristorante ospita un arioso salone con camino, ambiente ideale per le occasioni speciali. La cura della famiglia De Lodovici ha trasformato un’antica osteria in un ristorante di classe dove l’amore per la propria terra è reinterpretato con successo in chiave contemporanea. Una passeggiata in riva al lago presso il vicino Lido della Schiranna concluderà l’esperienza di una Pasquetta fuori porta da veri gourmet, lasciando in bocca il persistente sapore delle cose buone e in testa solo piacevoli ricordi.
2. Ristorante La Madernassa
Le Langhe in ottobre, ma non solo: per un’esperienza più intimistica, lontano dalla mondana frenesia al tartufo, le colline più famose d’Italia, nonché Patrimonio Mondiale dell’Umanità, sono una meta perfetta per trascorrere le belle giornate di primavera. Una volta abbandonato il grigiore autostradale, basta spingersi un po’ più in là lungo la serpentina che attraversa i verdi pendii al confine tra Langa e Roero, lasciandosi avvolgere dalla vastità dei vigneti e abbandonando alla propria sinistra il corso del fiume Tanaro. Un percorso definito “romantico”, quello che conduce a Guarene, paesino con meno di 3500 abitanti e un’imperdibile vista che spazia da Alba fino alla catena del Monviso. Fra i rigogliosi campi di pere Madernassa, nasce nel 2003 l’omonimo resort, gestito da Fabrizio Ventura e da sua moglie Luciana Adriano, oggi un luogo di pace ed eleganza che abbina all’essenzialità del design italiano il calore autentico e famigliare di una tenuta rurale innamorata del territorio che la accoglie. Dal 2014, la cucina del Ristorante La Madernassa è diretta dallo chef Michelangelo Mammoliti, premiato con una stella Michelin nel 2016.
Classe 1985, Michelangelo apprende la filosofia dell’eccellenza, dell’esigenza e del rigore dai grandi maestri della cucina francese (tra cui Alain Ducasse e Yannick Alléno), lavorando poi a fianco di Gualtiero Marchesi a L’Albereta e al Marchesino, dove affina una tecnica impeccabile e un’instancabile tensione alla ricerca estetica. L’esperienza che cambia la vita di Michelangelo è però l’incontro con Stefano Baiocco, avvenuto ancora prima del peregrinaggio francese: a Villa Feltrinelli, il giovane Mammoliti si lascia travolgere dalla potenza di una cucina che nasce dalla terra, facendo ampio uso di erbe selvatiche, aromi, germogli, fiori e radici antiche. Un’arte che riesce ad armonizzare l’attitudine perfezionista con l’amore per la verità del suolo, in una continua evoluzione che si esprime, a contatto con i cinque sensi, in un elegante e fluido equilibrio. Il sommelier Alessandro Tupputi affianca in sala il maître Daniele Genovese e, in cantina, il patron Fabrizio Ventura, abbinando il vino ai piatti di Michelangelo con entusiasmo, curiosità e audacia. Chi desidera fermarsi per più di una giornata potrà scegliere l’ospitalità di Casa Lora e Casa Roero, per lasciarsi viziare da bellezza e silenzio in un ambiente di charme dove lo stile contemporaneo abbraccia la tradizione. Per una Pasquetta dall’aplomb francese, alla scoperta di una cucina d’autore che, per eccellenza, personalità e raffinatezza si avvicina splendidamente a modi e stili d’oltralpe: in Langa, ma davvero fuori porta.
3. Il Marin – Ristoro del Porto Antico
Ventiquattro ore di full immersion o, anzi, di vera e propria immersione, visto che di mare si sta parlando. Più ci si avvicina alla bella stagione, più ogni milanese – che sia di nascita o d’adozione – si trova ineluttabilmente colto dal medesimo, irrinunciabile, desiderio di una gita al mare che profumi di vento, sale, sole e sabbia bagnata. Quest’anno la Pasquetta si fa attendere quasi fino a maggio e, in genere, a portarsi avanti difficilmente si sbaglia: tutte ragioni a favore di un’uscita fuori porta che porti i piedi quasi fino dentro l’acqua. Il Ristorante Il Marin – Ristoro del Porto Antico, ubicato all’interno di Eataly Genova, a pochi metri dall’iconico Bigo e dal famoso Acquario, dà direttamente sulla vecchia baia della città e, rivestito da ampie vetrate firmate da Renzo Piano, è invaso dalla luce. Superato quel labirintico vortice di tentazioni che è il negozio di Eataly, ci si ritrova in un ambiente arioso con vista panoramica sul golfo sottostante. L’ambiente è arredato in stile minimal chic, con legni e marmi abbinati a dettagli che ricordano i colori del mare. Una location di raffinata e, allo stesso tempo, informale eleganza, dove un’accoglienza calorosa, attenta e professionale si sposa con una cucina gastronomica di alto livello.
Lo chef è Marco Visciola, un giovane talento, riconosciuto tra i migliori cuochi della Liguria, che interpreta con fedeltà, passione e finezza i sapori del territorio, esaltandone le materie prime. Da dimenticare la noia di abbinamenti scontati, da abbracciare una cucina di acidità sapienti e carattere vivace. Ricercatezza e creatività incontrano una semplicità mai banale in piatti che riescono sempre a stupire per armonia ed equilibrio. L’ultima novità in casa Marin è Anciôa, bistrot del mare: aperto dal primo di aprile, Anciôa propone i piatti iconici della cucina di mare in formato tapas, secondo un concept pop e easy orientato alla condivisione. Il nuovo bistrot del Marin è aperto e pranzo e cena e sarà operativo anche il giorno di Pasquetta, per la gioia di palati gourmet dall’indole social.
4. Antica Osteria Magenes
Lungo l’asse Milano-Vigevano, situata in una posizione strategica a metà strada tra le due località, l’Antica Osteria Magenes è una destinazione gourmet immersa tra le risaie e le campagne di Gaggiano. Meta ideale per chi desidera vivere un’esperienza gastronomica di alto livello lontano dal caos della città, il ristorante Magenes è in grado di combinare heritage centenaria e spirito d’intraprendenza dando vita a una cucina capace di reinventare la classicità pur preservandone l’essenza. Uno stile personale, dinamico, brioso e sorprendente, nato per lasciare spazio alla creatività e, soprattutto, coinvolgere l’ospite in un’autentica esperienza sensoriale: l’innovazione non è mai fine a se stessa, perché il vero focus è il tavolo, che rimane assoluto protagonista della scena. Tecnica, vivacità e gioco per una cucina tutta da vivere, che si erge grande sulle fondamenta della propria storia: la sperimentazione è resa possibile da un solido sostrato di sostanza. Oggi l’Osteria Magenes è guidata dai due fratelli Diego e Dario, rispettivamente maître e chef, che hanno rilevato l’antica attività di famiglia nel 2007. Dopo un periodo da autodidatta trascorso ai fornelli a fianco della nonna e dalla mamma Mariella, Dario ha lavorato al Pont de Fer, dove, con Matias Perdomo, ha appreso l’arte di una cucina d’intrattenimento, esuberante e ricca di tecnicismi ma, allo stesso tempo, colta, consapevole ed evoluta. Il percorso di Dario, animato da instancabile curiosità, procede sulla linea di ricerca e studio. Il desiderio di mettersi in gioco e ampliare i propri orizzonti lo porta a viaggiare molto, per poi tornare carico di spunti e rinnovata freschezza di pensiero. Il gusto di piacere senza dimenticare le proprie radici e, ogni tanto, stupire: questi gli obiettivi dell’Antica Osteria Magenes, che si riflettono anche nel decoro dell’ambiente, recentemente riprogettato per dare spazio a uno stile più attuale, dove elementi moderni e appeal minimalista si fondono con finiture naturali. La carta cambia in base alla stagionalità, mentre il menu degustazione è in continua evoluzione. Tra i piatti iconici della tradizione, spiccano il premiato risotto “Giallo Milano 2010” e la cotoletta alla milanese con purè “Robuchon”. La carta dei vini, che conta circa 400 referenze, con un’ampia presenza di champagne, è frutto dell’accurata e personale selezione di Dario, sommelier per passione e impeccabile preparazione. Se le sorprese di Pasqua non hanno ancora stancato, a Pasquetta l’Antica Osteria Magenes sarà una rivelazione di buon gusto tra le campagne a sud di Milano.
5. Al Porticciolo 84
Chi dice Lecco, di solito, pensa al lago, ma con il Ristorante Al Porticciolo 84 ci si allontana dall’acqua per salire di livello in direzione Valsassina e scivolare a ridosso delle montagne tra i suggestivi vicoletti della città vecchia, con vista panoramica sul Resegone e sul Gruppo delle Grigne. Lontano dall’acqua solo fisicamente, perché Al Porticciolo 84 è un porto sicuro per gli amanti della cucina di mare (da qui il nome del locale). Aperto nel 1984 in via Fausto Valsecchi dal signor Bruno Ferrari, il ristorante è da oltre trent’anni una certezza per la ristorazione di alta qualità nel territorio lecchese. Prenotare è d’obbligo, perché Al Porticciolo, ricavato dalla ristrutturazione di un’antica casa colonica del 1600, è una boutique del gusto che ospita al massimo 7 tavoli. L’atmosfera intima e calorosa è resa ancora più accogliente dalla presenza di un grande camino in pietra che viene acceso durante l’inverno e che conserva tutto il proprio fascino vintage-chic anche da spento in qualsiasi momento dell’anno. Il dehors all’aperto è a disposizione degli ospiti nelle giornate più calde per godersi la freschezza dell’aria al profumo di montagna e orchestrare i sapori della cucina di mare con gli aromi del bosco, in un inebriante viaggio gastronomico che supera magicamente i confini di spazio e tempo. L’ambiente fine e riservato rende Al Porticciolo 84 una scelta ideale per i tête-à-tête romantici, ma il livello impeccabile delle portate e l’accoglienza sempre gentile lo rendono adatto a qualsiasi occasione.
Dal 2004 la cucina è in mano allo chef Fabrizio Ferrari, classe 1980, oggi considerato uno dei più giovani e principali interpreti del pesce di mare in Italia. Laureato in giurisprudenza, negli anni Fabrizio si dimostra capace di difendere audacemente la propria passione per la cucina, fino a ottenere nel 2006 il prestigioso riconoscimento di una stella Michelin. Alle sue spalle, la formazione compiuta a fianco di grandi maestri tra cui René Redzepi, Mauro Uliassi ed Enrico Crippa. Il ricevimento e il servizio sono nelle mani di Anna Valsecchi, classe 1981, sommelier e direttrice di sala, nonché compagna di Fabrizio anche nella vita privata. Il ristorante propone due menu degustazione – uno da 5 e uno da 7 portate – esclusivamente a base di pesce. Per una Pasquetta alternativa, al lago-non lago, in un ristorante di lunga e apprezzata tradizione, àncora di salvezza e approdo sicuro tra le valli del lecchese.