Guida Michelin Tokyo 2020: la città vanta il record dei tre stelle (11, come in tutta l’Italia, compreso da oggi Kadowaki) e ben 226 stelle singole, delle quali 19, spesso guidate da giovani professionisti, sono nuove di zecca.
La Notizia
Non ha risparmiato sorprese, la presentazione della tredicesima edizione della guida Michelin a Tokyo. Compresa qualche buona notizia per l’Italia: Yoji Tokuyoshi ha raddoppiato la sua stella milanese in Alter ego, mentre Prisma, ristorante di cucina italiana, ha conquistato la seconda sul campo e ne ha ottenute due in un colpo solo Inua, che vanta la consulenza di René Redzepi, dove officia in veste di sous-chef la marchigiana Jessica Natali. Poi tante novità, che confermano una supremazia planetaria: Tokyo vanta il record dei tre stelle (11, come in tutta l’Italia, compreso da oggi Kadowaki) e ben 226 stelle singole, delle quali 19, spesso guidate da giovani professionisti, sono nuove di zecca. Presenti anche 25 locali diretti da donne chef, in 3 casi con il massimo punteggio.Ma a fare scalpore è stata soprattutto la perdita delle tre stelle da parte di due istituzioni della cucina, giapponese e non solo: Sushi Saito e Sukiyabashi Jiro, presente con il massimo punteggio fin dalla prima edizione. In discussione in entrambi i casi non è stata la cucina, bensì l’indisponibilità ad accettare “general reservations”, che preclude l’esperienza al cliente comune, delineando esercizi incompatibili con il fine stesso della guida. “Abbiamo appreso che Sukiyabashi Jiro non accetta più prenotazioni da parte del ‘pubblico comune’, e questo lo rende incompatibile con la nostra guida, che include ristoranti dove ognuno può recarsi a mangiare”, ha subito chiarito Michelin. “Non sarebbe corretto affermare che ha perso le sue stelle, piuttosto non è più coperto dai nostri ispettori”.
Assurto a celebrity grazie al fortunato documentario The dreams of sushi nel 2011, Jiro, oggi novantaquattrenne, è da sempre un caso gastronomico, visto che il suo minuscolo sushibar, ubicato nei sotterranei della metropolitana di Ginza, può ospitare al massimo 10 avventori. Con il crescere della fama i coperti sono diventati sempre più contesi, perlopiù riservati a storici habitué e loro conoscenti, celebrity planetarie come Barack Obama o appannaggio dei circuiti degli hotel di lusso. Come riconosce il sito ufficiale del ristorante, chiedendo scusa per gli inconvenienti, “attualmente abbiamo serie difficoltà ad accettare prenotazioni… Una situazione che probabilmente continuerà”.