Cuoco schivo, creativo e lieve, persona profondamente perbene. Ricoverato presso l’ospedale Mellino Mellini di Chiari per un principio di infarto, sembrava prossimo alle dimissioni ma la situazione è improvvisamente precipitata.
La Notizia
Comincia male il 2020, portandosi via ad appena 66 anni Vittorio Fusari, cuoco schivo, creativo e lieve, persona profondamente perbene. Malato da tempo, si era ricoverato lo scorso mese di dicembre presso l’ospedale Mellino Mellini di Chiari per un principio di infarto, sembrava prossimo alle dimissioni ma la situazione è improvvisamente precipitata.Lombardo di Iseo, figlio di ferroviere, nella sua prima vita era stato studente in filosofia, poi capostazione sulle orme del padre. Prima di essere travolto dalla passione culinaria, su un treno che non si è più fermato. Cuoco autodidatta, era diventato punto di riferimento in Franciacorta. Prima, dal 1981 al 1987, presso l’osteria il Volto di Iseo, rinomata anche per la grande cantina; poi, fino al 1995, presso il ristorante Le Maschere, luogo del salto di qualità autoriale nel fine dining; quindi di nuovo al Volto, insolita osteria dove giocare a carte tutto il giorno, spezzando i tornei con le ricercatezze della gola, e alla Dispensa Pani & Vini, locale polifunzionale in tandem con Vittorio Moretti. Fino al milanese Pont de Ferr e recentemente al Balzer di Bergamo. È stato attivo militante in Slow Food, di cui ha visto nascere l’alleanza dei cuochi per il sostegno ai produttori locali, e promotore della rete di Franciacorta delle 13 Lune d’Agosto, in favore delle carni grassfeed; docente presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e consulente per il Wine Gate 11 di Oro al Serio. Fra i suoi signature, l’intramontabile sfogliatina di patate al caviale, creata per celebrare il Franciacorta.
Lascia la moglie Anna Patrizia Ucci e il figlio adolescente, per seguire il quale aveva deposto a sorpresa il prestigioso incarico di chef al Pont de Ferr di Maida Mercuri, assunto nel 2016.