È la grande novità isolana di questa strana estate, Palazzo Doglio a Cagliari, che ha portato in città gli altissimi standard del Forte Village. Una serie di prestigiosi chef stellati cucinano all’Osteria del Forte insieme al resident chef Alessandro Cocco.
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È la grande novità isolana di questa strana estate, drammatica, certo, ma anche resiliente e identitaria, l’apertura di Palazzo Doglio, primo cinque stelle di una città, Cagliari, dinamica come una piccola Lisbona. L’aristocratico edificio, risalente agli anni ‘20, occupa un intero isolato trapezoidale nello storico quartiere di Villanova: distrutto durante la seconda guerra mondiale, è stato restaurato valorizzandone i tratti originali, come le decorazioni liberty della facciata, tipiche del capoluogo sul volgere del XX secolo.È stato sottoposto a un intervento di restauro e recupero integrale, costato 25 milioni, prima dell’inaugurazione del 27 febbraio 2020, anticamera dell’apocalisse. Ma ora risorge come una fenice fra fontane e loggiati, ballatoi e fontane. E la bellezza si riversa tutt’intorno grazie al progetto di riqualificazione urbana, con la prossima realizzazione di un'area pedonale adibita a installazioni d’arte contemporanea e un nuovo layout di illuminazione che giunge fino alla chiesa paleocristiana di San Cosimo, la più antica dell’isola.
Ospita al suo interno un members club, ricalcato sul modello dei gentlemen’s club anglosassoni di fine ‘800, e un ventaglio rinfrescante di opzioni. C’è lo spazio wellness, ispirato alla filosofia mindfulness, cioè dell’equilibrio fra mente e corpo, composto di una spa fra le più innovative d’Italia e di una fornita palestra. Ma nei 19mila metri quadrati si possono anche organizzare meeting aziendali, cene indimenticabili e momenti culturali, in chiave business o leisure. Fra i fiori all’occhiello il teatro riscoperto in corso di ristrutturazione dopo 37 anni di chiusura e restituito alla città, per ospitare eventi spettacolari e musicali, ma anche meeting e congressi. Né mancano boutique di lusso di prossima apertura, gioielleria, parrucchiere e beach area al Poetto.
I punti di ristoro sono quattro, oltre all’american bar: ci sono la pizzeria, in apertura con il messicano, e il sushi brasiliano, tutti in gestione; soprattutto l’Osteria del Forte, votata al chilometro zero e alla stagionalità, fortissima sulle paste fatte in casa. A guidarla è Alessandro Cocco, cresciuto al Forte Village a fianco di maestri come Gordon Ramsay e Heinz Beck.
“La nostra è una cucina italiana rivisitata. Faccio un esempio: il raviolo di cacio e pepe con tartare di gambero rosso, che è già un signature. Oppure il tortello alla carbonara. Il nostro obiettivo è portare a Cagliari gli standard del Forte Village, coinvolgendo la clientela esterna, che può accedere dalla piazza”. Ma durante l’estate sarà possibile degustare anche altre cucine, accomodati nella corte, grazie alla presenza di guest chef. Palazzo Doglio diventerà così il ristorante più stellato dell’isola.
Le “Notti stellate” sono cominciate con Matteo Grandi, Alessandro Breda e Fabio Pisani. Il prossimo secondo paio di mani sarà quello di Andrea Berton il 12 agosto. “Frequento la Sardegna da molti anni e vado al Forte da cinque: c’è anche un piacere oltre all’occasione professionale, perché un’offerta di cucine così variegata è rara nel mondo. Come di consueto, servirò a Santa Margherita di Pula per una settimana alcuni piatti con qualche spunto regionale, per esempio l’agnello con il mirto. Poi vogliamo portarne due a Palazzo Doglio durante la cena a quattro mani: un pomodoro San Marzano pelato, farcito in stile pappa al pomodoro ma con poco pane, servito grigliato su una crema di pomodoro verde; poi un risotto con la clorofilla di prezzemolo, cozze e polvere di porro. Praticamente tutti ingredienti sardi. A Milano ne ho anche riportato qualcuno: il maialino, il mirto nei brodi, la bottarga”.
E ancora Massimiliano Mascia il 19 agosto. “Vado al Forte Village da una decina d’anni, fino al 2017 per una manciata di serate; dal 2018 presso il ristorante che per due mesi l’anno gestiamo in loco, la Terrazza San Domenico. Quindi conoscevo Alessandro già dal Forte, dove avevamo avuto un confronto, mai una cena insieme. La frequentazione dei luoghi mi ha consentito di familiarizzare con la cucina sarda, che è quasi più di terra che di mare, ma può contare su un pesce squisito. Qualche prodotto l’ho anche riportato a Imola, come le ostriche e le cozze. Io e Alessandro abbiamo pensato a un menu di quattro piatti: da parte mia ci saranno l’uovo in raviolo, che mi è stato esplicitamente richiesto, e un antipasto di pesce”.
Fotografie di Dario Sequi