In viale Premuda, l’Alchimia di Alberto Tasinato e Giuseppe Postorino, non è qualcosa di esoterico, un flusso indistinto che pur non vedendosi provoca cambiamenti di stato o trasformazioni di elementi.
La Storia
Mercoledì sera. Milano in pre-ferie, semideserta. Ristorante pieno. Per un locale gourmet, di questi tempi, niente di automatico. Se pensiamo poi che la clientela è tutta milanese se non addirittura tutta circoscritta al quartiere, qualcosa dev'essere successo prima e durante il covid.La spiegazione arriva dalle parole di Alberto Tasinato, maitre e responsabile del locale.
![](/upload/multimedia/3-LAlchimia-7.jpg)
![](/upload/multimedia/1-Alchimia-8.jpg)
“La vicinanza al tribunale di Milano ci ha fatto scoprire di essere circondati da numerosi studi di avvocati. Come un agente del “Folletto” sono andato porta a porta a presentarmi con degli assaggi dalla cucina, per diffondere e far conoscere la nostra delivery e per incontrare potenziali nuovi clienti”.
L’approccio non attendista ha sicuramente avuto conseguenze positive quando a giugno il locale ha potuto riaprire. A questo poi va sommata l’estrema golosità della cucina, ora nella mani di Giuseppe Postorino, arrivato da alcuni mesi al posto di Davide Puleio.
![](/upload/multimedia/s2-I39A2915.jpg)
Postorino è un giovane chef che nella sua vita precedente gestiva contemporaneamente tutte le 4 cucine del Magna Pars Hotel di Milano. Non è certo uno che si tira indietro quando c’è da “sgobbare”, o quando c’è da re-inventarsi per una delivery.
![](/upload/multimedia/3-C2A5212-1440x900.jpg)
In viale Premuda, l’alchimia non è qualcosa di esoterico, un flusso indistinto che pur non vedendosi provoca cambiamenti di stato o trasformazioni di elementi. Si badi bene, questo avviene se guardiamo all’umore dei commensali, al chiacchiericcio allegro, ai piatti che tornano vuoti in cucina, segnati da un desiderio di ripresa e di nuovo piacere, altro che nuova normalità. L’alchimia è più che altro qualcosa di studiato e concordato. È la dimostrazione che un ristorante funziona perché ci sono uno chef e un padrone di casa. Che in questo caso non coincidono. Il menù +39, a ricordare l’Italia che resiste certo, ma anche quella che si vuole riprendere il piacere di uscire a cena e la socialità in nome del godimento, è lo specchietto per le allodole gourmet che si riscoprono capaci di volare. Un’esagerazione al ribasso che a dipendenza di chi lo legge: incuriosisce, fa alzare sopracciglia, fa scuotere la testa, fa sorridere. In quanti poi hanno ordinato questa opzione a 39 euro? Pochi, pochissimi. Quasi tutti optano per gli altri Degustazione. Evidentemente la sala marcia bene, e le comande sono lo specchio di un lavoro di accoglienza che mai come in questo periodo di insicurezza, gioca sul carpe diem, sul qui e ora.
I Piatti
![](/upload/multimedia/4-I39A2815.jpg)
Il degustazione inizia con una buonissima Ricciola cruda, culatello, pomodoro confit e crema di arachidi. Un inizio che mescola la sapidità del mare e della terra, spruzzata di acida dolcezza.
![](/upload/multimedia/5-Amouse-Bouche-Parmigiana-707x1024.jpg)
Il secondo antipasto è spiazzante. Vale a dire che la pre-disposizione cronologica a mangiare come antipasto Animelle di vitello dorate, salicornia e salsa di sarde in saor ce l’hanno Christopher Nolan e pochi altri. Ripreso il controllo, ci mettiamo in modalità “tenet” e le divoriamo. Sono buonissime: la saor è una sterzata di acidità sul boccone grasso e succulento, la salicornia dà uno spunto marino. Il fondo di cottura è potente, questo è il punto. Ci segnerà nel to be continued della degustazione?
![](/upload/multimedia/6-Ravioli-neri.jpg)
I Ravioli neri pizzicati farciti ai tre crostacei con moscardini novelli sono soffici scogli vulcanici in cui la farcia di mare canta intonata. La stonatura è l’accompagnamento, il moscardino al centro del piatto, che non abbiamo proprio capito. Un po’ come l’amico invadente. Professare il less is more non è la nostra filosofia di vita, eppure qui se qualcuno lo avesse pronunciato non avremmo potuto che annuire.
![](/upload/multimedia/7-Morone-683x1024.jpg)
Una cucina in addizione si manifesta anche nel Morone laccato con salsa teriyaki, zucchine trombetta in quattro cotture, menta e aceto di champagne. La carnosità del morone viene messa in secondo piano dalla sovrabbondanza green: salsa e 4 diverse cotture delle zucchina. Anche qui la spinta positiva a non sprecare niente della zucchina trombetta ha un po’ l’effetto contrario.
![](/upload/multimedia/8-Coniglio-piatto-2-683x1024.jpg)
Rimettersi sulla carreggiata del piacere per gli occhi e per il palato è un attimo: Alberto Tasinato si affianca al nostro tavolo è inizia a sporzionare un favoloso Coniglio grigio di Carmagnola alla Wellington, scarola brasata e ketchup di peperoni rossi. Una preparazione che ormai ha due secoli, qui ripresa con maestria e sostituendo il coniglio con il filetto. Un po’ overacting il ketchup di peperoni.
![](/upload/multimedia/9-Pre-dessert-683x1024.jpg)
![](/upload/multimedia/10-Grappa-e-Petite-Fours-683x1024.jpg)
Un tiramisù ben rivisitato chiude il cerchio del nostro percorso.
Il nuovo corso dell’Alchimia ha pienamente catturato le sensazioni di pienezza e yumminess, primarie in ogni commensale che si rispetti e che voglio diventare un fedele. Una cucina un poco più in levare è ciò che renderebbe un luogo così accogliente e raffinato, qualcosa di insostituibile.
Indirizzo
Alchimia RistoranteViale Premuda, 34, 20129 Milano MI
Tel. +39 02 8287 0704
Il sito web