Continua l'espansione della Guida Michelin in Oriente, portando un innalzamento del livello qualitativo. Vengono assegnate così per la prima volta le 3 stelle Michelin ad un ristorante a Shanghai.
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Guide 2021 sì, no, vediamo. Ad aprire le danze, insieme a uno spiraglio sugli umori della rossa, è stata la Michelin Shanghai 2021, ormai giunta alla sua quinta edizione. Contrariamente alle aspettative di critica “conservativa”, o forse meglio “difensiva”, preoccupata innanzitutto di registrare i superstiti, non ha lesinato sorprese.I locali recensiti sono in tutto 127, fra cui un tre stelle, dieci due stelle, trentadue stelle singole, 21 Bib gourmand e 61 Assiette Michelin. Rispetto all’anno scorso, in due hanno ricevuto la seconda stella e in quattro la prima. Gwendal Poullennec, direttore internazionale delle guide, ha elogiato il potenziale altissimo e sempre crescente della prima città continentale finita sotto i radar degli ispettori in Cina. Ristoranti tradizionali e innovativi, tecniche ancestrali e creatività da parte di chef non necessariamente indigeni.
“In questi mesi gli chef hanno dato prova di resilienza e solidarietà di fronte alla crisi legata al coronavirus, il loro impegno ci ha impressionato su tutti i livelli. Tutto ciò fa di Shanghai una delle principali destinazioni gastronomiche, in grado di attirare migliaia di professionisti e brillare per dinamismo, originalità e apertura di spirito”. “Le sfide che fronteggia la ristorazione in questo momento non ci hanno impedito di pubblicare la nostra guida”, ha replicato Kamran Vossoughi, presidente e direttore di Michelin Cina. “La copertina di questa edizione è decorata con una carpa, simbolo beneaugurante nella cultura cinese, attraverso il quale intendiamo augurare al settore salute, stabilità e prosperità”.
In testa resta Ultraviolet di Paul Pairet, che fra i primi ha intrecciato i piaceri del gusto con le suggestioni visive e musicali. Mentre i nuovi due stelle sono Bao Li Xuan, dove la cucina cantonese viene reinterpretata creativamente, e il nostro Da Vittorio, aperto appena un anno fa. Fra i nuovi stellati Meet The Bund, consacrato alla gastronomia del Fujian (di cui è stato premiato anche il giovane chef Ian Chen, classe 90); Ren He Guan, che trasporta negli anni ’30; Canton Table, con piatti cantonesi in uno scenario da vecchia Shanghai; The Culture, che sposa specialità di Huaiyang a tè preparati a regola d’arte con acqua di sorgente.
Ma c’è un italiano anche fra le nuove assiette, che premiano qualità del prodotto e gusto puro: si tratta di Parco della Majella, che propone autentica cucina abruzzese.