Si tratta di una scultura in bronzo che effigia il gastronomo romagnolo, firmata da Pasquale Marzelli. Durante la Festa Artusiana in programma per il 2021 si svolgerà quindi una cerimonia live.
La Notizia
Dal 1997 a oggi la lista dei premiati snocciola nomi ingombranti, da Serge Latouche a Eduardo Galeano, da Vandana Shiva a Ermanno Olmi, passando per Carlo Petrini e Oscar Farinetti, tutti distintisi in vario modo per il contributo originale alla riflessione sui rapporti fra uomo e cibo. Ma questa è la volta di un cuoco, anzi due: Paolo Lopriore, grande rivoluzionario della cucina italiana, e sua mamma Rosa Soriano, che lo affianca al Portico di Appiano Gentile. Riceveranno il riconoscimento questo sabato durante un evento digitale trasmesso sul canale dell’amministrazione comunale, introdotto dalle parole di Massimo Montanari e Alberto Capatti, presidente del Comitato Scientifico e direttore scientifico di Casa Artusi. Si tratta di una scultura in bronzo che effigia il gastronomo romagnolo, firmata da Pasquale Marzelli. Durante la Festa Artusiana in programma per il 2021 si svolgerà quindi una cerimonia live.Questa la motivazione: “Il conferimento del premio Artusi a Lopriore e a sua madre rompe con la venerazione per gli chef stellati. Lopriore e sua madre operano nel Portico di Appiano Gentile e la loro presenza regala ai clienti un approccio domestico alla cucina, non di maniera; il menù stesso, immaginato per l’intera tavola, lo testimonia ulteriormente. Questo non vieta che Lopriore sia stato allievo di Gualtiero Marchesi e ricopra il suo ruolo in Alma a Colorno. Questo premio Artusi serve dunque a guidare verso un nuovo rapporto fra cucina di casa e cucina di ristorante, a rivalutare il ruolo della mamma, mamma di un chef, a riportare nella campagna lombarda, in Brianza, il ristorante ideale, quello senza stelle, così come l’aveva voluto Gualtiero Marchesi stesso a Erbusco. Non si premiano solo la mamma e il figlio, ma il loro rapporto nella creazione di una nuova cucina, e a questa famiglia, immaginata contro onorificenze e gerarchie, spettacoli ed eventi, Artusi avrebbe dato il consenso”.
Paolo Lopriore ha accolto la notizia con entusiasmo. “È un premio che mi dà forza, per quello che avevo pensato quando ho aperto il Portico e per i risultati cui sono arrivato nel tempo. È una cucina che rimane ‘antemarchesiana’, perché prendo quell’insegnamento, badando più alla concretezza che all’estetica. E qualche elemento di convivialità c’era già nei libri del maestro. Ricevere un premio culturale e non di classifica mi dà una gioia particolare, perché significa che il termometro delle guide non è tutto, c’è anche altro. In tutto questo mia madre Rosa è stata colei che mi ha incoraggiato ogni giorno a fare una cucina quotidiana, di sacrificio, non di maniera. Anche grazie al delivery, che ha un grande riscontro, sto imparando a capire il potenziale di una casseruola col doppio fondo; preparo la mise en place per una cottura da professionista, che resti familiare. Alla gente il mio delivery piace, perché quando arriva i bambini dicono: la mamma ha fatto il pollo! Cerco di salvaguardare le proprietà nutrizionali senza sottovuoto o bassa temperatura, con cotture espresse e tecniche mie che correggano la prassi casalinga senza stravolgerla. Le verdure, per dire, le preparo con poca acqua, mia nonna avrebbe detto ‘scaurate’, a mezzogiorno e alla mezza partono. Poi ci sono il sugo nel coccio e gli intingoli nel lavecc. Il focus è sui metodi di cottura, che sono la più grande forza del cuoco. Perché un pollo ben rosolato in casa esalta la famiglia”.