Trasformare il quartiere di Rue du Vertbois, nel centro di Parigi, in un hub gastronomico e un luogo di alto design: il progetto fallito e la condanna per frode di Cédric Naudon.
La Notizia
Era il 2014 quando “Jeune Rue”, il progetto dell'uomo d’affari Cédric Naudon per creare un quartiere di Parigi dedicato al “bello e al buono”, aveva sedotto chef, grandi designer e banche. Ora tutto questo splendore è finito in tribunale. Lo scorso mercoledì, infatti, Cédric Naudon è stato processato per frode. La truffa sembra aver messo in ginocchio molti attori coinvolti nel progetto per una stima di 30 milioni di euro. “Ti sei presentato a Banque Palatine come un uomo d’affari di New York”, è il tono perentorio dell’accusa. Il 48enne Naudon, già nel 2016, aveva trascorso quattro mesi in custodia cautelare, processato dal tribunale di Parigi per frode, tentata frode, in particolare contro la banca pubblica per gli investimenti, la BPI, violazione della fiducia, fallimento, e abuso dei beni aziendali.Naudon oltre a promettere un progetto a quanto pare irrealizzabile per convincere i suoi investitori aveva anche dichiarato di avere un MBA in finanza, fatto non vero, e di essere in contatto con i giganti del lusso come Bernard Arnault, François Pinault, lo chef pluristellato Alain Ducasse e altri personaggi politici. In questo modo era riuscito a ottenere 10 milioni di euro dalle varie banche e aveva fatto sognare il mondo della gastronomia e anche la stampa, persino il New York Times gli aveva dedicato lunghi articoli. Nel 2014, Monsieur Naudon, allora proprietario del ristorante alla moda Le Sergent prometteva di trasformare il quartiere di Rue du Vertbois, nel centro di Parigi, in un hub gastronomico e un luogo di alto design. L’idea era di aprire una trentina di negozi, oltre a ristoranti e a gallerie d'arte, dovevano essere presenti, inoltre, negozi di alimentari dove acquistare cibo di qualità eccezionale dai migliori produttori francesi. Il tutto per un budget di 30 milioni di euro. L'ambizioso progetto, però già alla fine del 2014 era fallito: solo due ristoranti aperti e i dipendenti, più di un centinaio, non sono mai stati pagati così come i fornitori. Al banco degli imputati del tribunale di Parigi Naudon non indossava le solite sciarpe di seta che lo hanno sempre contraddistinto, così come le sue scarpe di lusso e non è arrivato con la sua Maserati con autista. Al processo tra le parti civili sono rappresentate anche diverse banche, tra cui Credit du Nord e Bred, liquidatore di 21 società, nonché la società Decacao, il cui presidente aveva investito più di un milione di euro nella "Jeune Rue".
“ E’ stato un suicidio buttarsi in un progetto così grande e ho abbandonato la parte finanziaria. Ero con i creativi, con gli agricoltori di tutta la Francia per trovare i prodotti migliori... Purtroppo non ero presente nel dipartimento finanziario”, afferma l’imputato accusando così i suoi ex dipendenti.
Il suo ex assistente, tuttavia, ha controbattuto: “Nulla è stato fatto senza il consenso del signor Naudon. Dovevo nascondere le carte di credito per impedire a Cédric Naudon di prenderle. Quando cercavo di frenare le spese Cédric diceva: 'Sono io che decido'".
Proprio quest’ultima versione sembra essere quella che ha convinto il presidente del tribunale che ha detto a chiare lettere a Monsieur Naudon “Era lei a spacciarsi per uno specialista di finanza... I dirigenti bancari sostengono la stessa cosa dei suoi collaboratori: era lei a negoziare i prestiti".