Da ambasciatore della pizza italiana in tutto il mondo, non poteva che essere Franco Pepe il presidente di giuria de La Mejor Pizza de España al Madrid Fusiòn. Ecco i pizzaioli che hanno guadagnato il podio della celebre kermesse dedicata all'arte bianca.
La Notizia
Ha senso promuovere la pizza all'estero? Certo che sì: è un modo per omaggiare il piatto più rappresentativo (e democratico) dell'italianità gastronomica tour court. Pazienza se poi il pizzaiolo oltreconfine interpreta il prodotto alla luce del proprio background culinario: un po' di rivisitazione è contemplata, purché non trascenda nella blasfemia. Ci sono invece casi in cui l'allievo eguaglia il maestro, sfornando capolavori degni dei migliori dischi di scuola partenopea.Accade in Spagna, dove tre pizzerie gourmet sono state appena premiate nell'ambito del congresso Madrid Fusiòn per la qualità delle loro tonde a lunga lievitazione, leggere nell'impasto e ricercate nelle farciture. Ma andiamo con ordine: il riconoscimento fa seguito a un lungo iter di selezione indetto dal concorso La Mejor Pizza de España, finalizzato a segnalare al pubblico i maggiori rappresentanti della “pizza artigianale" in territorio spagnolo.
Tradizione vuole che la commissione del contest -composta da 7 esperti del settore fra cui, nella kermesse 2021, il critico gastronomico Alberto Luchini, il titolare del panificio Cientotreinta Grados Alberto Miragoli e la presidente di 50 Top Pizza Barbara Guerra- sia sempre presieduta da un professionista di fama mondiale. Professionista che quest'anno risponde al nome di Franco Pepe, in veste di giudice supremo e fiero rappresentante della Penisola.
"Per me è un’esperienza nuova, a cui mi approccio con entusiasmo: sarò un presidente 'consigliere'", ha dichiarato pochi giorni fa, prima di partecipare all'evento. " Scherzi a parte, proverò a dare i giusti consigli ai miei colleghi: l’obiettivo comune è contribuire alla crescita dell’universo pizza".
"Nella mia valutazione peseranno anche i valori e le caratteristiche nutrizionali delle proposte dei finalisti. La pizza può essere funzionale. Può, cioè, rappresentare un elemento salutare all’interno della dieta di ognuno di noi. Ne sono convinto e, proprio in questa direzione, con il mio staff, siamo impegnati in un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione. Lo scopo è, appunto, la valorizzazione del prodotto pizza come pasto sano e completo: affinché non sia più percepita come uno 'sgarro' alla dieta".
Una filosofia sposata in toto dai vincitori, fra cui spiccano due insegne particolarmente attente alla ricerca delle materie prime e alla corretta maturazione dell'impasto: La Balmesina, insignita del premio per la miglior pizza napoletana con Rita, la sua tonda estiva con 72 ore di lievitazione a base di pomodori, mozzarella e basilico fresco, e Can Pizza, numero uno della categoria freestyle, che ha puntato soprattutto sulla creatività del topping per stupire i giurati.
"È stata una finale molto emozionante per noi”, racconta lo staff. “Siamo soddisfatti perché lavoriamo sodo da parecchi anni. Conoscevamo già i nostri concorrenti e il livello era decisamente alto. Con la pizza vincitrice, Jerry Tomato, abbiamo puntato sulla freschezza degli ingredienti di stagione e sul gioco di texture, utilizzando il pomodoro in tre consistenze: disidratato, confit e marinato. Abbiamo fatto lievitare l'impasto per 48 ore, trasportandolo con la massima accortezza dal nostro laboratorio di Barcellona fino a Madrid".
Il premio speciale è stato invece assegnato alla pizzeria Roostiq di Madrid, i cui proprietari verranno accolti da Pepe durante un soggiorno in Italia "compreso nel pacchetto", con l'obiettivo di approfondire le proprie conoscenze e apprendere i segreti del mestiere del pizzaiolo napoletano. Un'opportunità da cogliere al volo per crescere e affinare la tecnica in vista di sfide future. Chissà che non ne nasca una bella collaborazione: staremo a vedere!
Foto di Franco Pepe: Crediti Pepe in Grani
Foto di copertina (pizza): Crediti La Balmesina Barcellona