Alta cucina I protagonisti dell'enogastronomia Chef

"Assumo solo donne over 60: hanno più energia delle ventenni". La chef Narda Lepes sta rivoluzionando il servizio di sala

di:
Sveva Valeria Castegnaro
|
Assumo solo donne over 60 Narda Lees copertina

Narda Lepes, miglior chef donna dell’America Latina nel 2020 secondo la classifica internazionale 50 Best Restaurants, porta avanti la sua battaglia per migliorare le condizioni di lavoro delle donne nel settore enogastronomico. E ha deciso di assumere solo maître over 60: ecco perché.

La notizia

Per chi ancora non la conoscesse, Narda Lepes è un’attivista gastronomica argentina e chef-proprietaria del ristorante Narda Comedor a Buenos Aires, insignita nel 2020 del titolo di miglior chef donna dell’America Latina dalla prestigiosa rassegna internazionale 50 Best Restaurants.


Grazie alla sua natura ribelle, al suo impegno su molti fronti, alle sue trasmissioni televisive e, ovviamente, al suo ristorante, Narda è una vera e propria celebrità in America Latina. Dal 13 al 15 settembre parteciperà alla prima edizione di FeminAS nelle Asturie, un congresso gastronomico che verterà in gran parte sul ruolo delle donne in cucina. Così, in un’intervista a 7 Canibales, ha tentato di sciogliere alcuni nodi relativi alle condizioni di lavoro delle chef emergenti.


Quali sono le tue radici culinarie? Come, quando e con chi è nata la sua vocazione da chef?

Tutta la mia famiglia ama mangiare e preparare manicaretti deliziosi. Mia madre e le mie nonne cucinavano molto bene, una di loro aveva origini catalane. I miei genitori erano un po' hippy, abbiamo viaggiato molto e mi sono abituata da sempre a provare cibi diversi ed esotici. Crescendo ho capito che non tutto il cibo è buono e ho iniziato a cucinare per mangiare sempre meglio. Il diventare cuoca è qualcosa che è venuto spontaneamente.


A 20 anni sei andata a Parigi per studiare nella culla della gastronomia, come ricordi quegli anni di formazione?

A Parigi ho imparato a lavorare; ci ho meso molto tempo a capire quanto sia importante saper gestire una brigata. Alla metà degli anni '90 ero l'unica donna in cucina. Ho dovuto sopportare molti soprusi e commenti al vetriolo, ma non sono mai stata una che taceva.



Hai detto "mille volte mi hanno rivolto delle avances insidiose nelle cucine". Ti sei mai sentita molestata?

Per mia natura in queste situazioni rispondo a tono: non sono mai rimasta traumatizzata. Mia madre è una donna molto ribelle e mi ha dato gli strumenti per non tollerare gesti inappropriati, ma non tutte le donne sono così e in cucina ci deve essere un clima di massimo rispetto. Quello che mi preoccupava di più erano le situazioni in cui un uomo si prendeva il merito per qualcosa che avevo fatto io: mi è successo molto spesso. Era frustrante ed estenuante.


Nel suo ristorante Narda Comedor assumi solo donne over 60 in sala. Che contributo danno che un ventenne non può offrire?

Capacità comunicativa e relazionale ed esperienza. Tutto è iniziato lavorando con mia zia in uno show televisivo. Lì ho capito l'energia che avevano le donne come lei, il desiderio che avevano di lasciare la loro casa, quanto siano vitali e le poche opportunità che invece vengono offerte loro. Potrebbero non sapere come aprire un vino, ma questo glielo insegno io. Tutte le lacune nel servizio di protocollo sono compensate da carattere e personalità.



In televisione cerchi di promuovere uno stile di vita sano. Qual è la tua definizione di cibo sano?

Cerco di evitare parole come sano o sostenibile, perché sono trite e ritrite tanto da aver perso il loro significato. Il mio motto è mangiare bene e dignitosamente. Frequentare i ristoranti raffinati non significa mangiare cibo etereo e patinato, ma implica la disponibilità di risorse a cui non tutti hanno accesso. Se ti trovi in una comunità dove non c'è quasi acqua potabile, non può esserci una dieta decente.


Metti in discussione il ruolo della carne in un paese come l'Argentina: questo ti ha portato problemi?

Il problema non è mangiare asado una volta al mese, è farlo due volte a settimana e mangiare quasi 800 grammi di carne a persona. Non sono contraria all'uccisione degli animali e alla produzione artigianale di sanguinacci, quello che trovo sbagliato sono gli allevamenti intensivi. Se dichiari che non si dovrebbe mai mangiare carne ci sarà sempre qualcuno che sostiene il contrario.  Che ne dici di mangiare un po' meno carne o un po' meno zucchero? Il mio obiettivo è far riflettere su questo, ma senza indottrinare nessuno.

Fonte: 7canibales

Foto: Pagina ufficiale Narda Lepes-Facebook

Ultime notizie

mostra tutto

Rispettiamo la tua Privacy.
Utilizziamo cookie per assicurarti un’esperienza accurata ed in linea con le tue preferenze.
Con il tuo consenso, utilizziamo cookie tecnici e di terze parti che ci permettono di poter elaborare alcuni dati, come quali pagine vengono visitate sul nostro sito.
Per scoprire in modo approfondito come utilizziamo questi dati, leggi l’informativa completa.
Cliccando sul pulsante ‘Accetta’ acconsenti all’utilizzo dei cookie, oppure configura le diverse tipologie.

Configura cookies Rifiuta
Accetta