Il primo studio in assoluto sulle molestie sessuali mai condotto in un paese di lingua tedesca fa luce sulla situazione: quasi l’80% delle donne impiegate nel settore food subisce atti gravi. Previsto un piano di intervento in Austria.
La notizia
I dati sono di quelli che non lasciano indifferenti: sfiorerebbe il 79%, la quota di donne coinvolte in molestie e abusi nel settore ristorativo -sia direttamente, sia assistendo ad episodi di violenza contro le colleghe- stando al report dell'inverno 2023 divulgato dalla Camera di Lavoro di Vienna. Arrivano oggi i risultati dell'indagine condotta lo scorso anno, sorprendentemente analoghi a quelli di uno studio americano del 2014: il numero è pressappoco lo stesso, nota Rolling Pin.
Parliamo, certo, di un sondaggio online, con tutti i limiti del caso. Vi hanno però preso parte ben 881 dipendenti, col 76% di donne e una restante "minoranza" maschile incline a confermare la drammaticità dei soprusi. Non solo: il 54% degli uomini in questione afferma di aver subito o visto svolgersi atti gravi, estendendo il campo a un generalizzato contesto malsano. I risultati meritano la nostra attenzione, poiché si tratta del primo studio in assoluto sulle molestie sessuali mai condotto in un paese di lingua tedesca, nonché di uno dei pochi incentrati sull'universo food e i retroscena delle cucine.
"Per noi non è tanto una ricerca rappresentativa del numero degli episodi, quanto piuttosto una testimonianza di cosa accade esattamente in tali contesti, così da capire come aumentare il livello di sicurezza", afferma Ludwig Dvořák, capo del dipartimento di Consulenza in diritto del lavoro e tutela giuridica (AK Vienna). "Purtroppo, è stato dimostrato ancora una volta che i datori di lavoro non adempiono alla loro responsabilità legale di proteggere i propri sottoposti dalle molestie a sfondo sessuale: il 60% degli assunti attesta che i titolari non hanno preso provvedimenti, anche se informati. Così, nel 28% dei casi il soggetto colpito evita di sporgere denuncia”. Anche per evidente disagio psicologico, è chiaro.
Come se non bastasse, spesso la miccia è innescata dall'alto: il 35% degli intervistati imputa, infatti, agli stessi direttori le azioni lesive, cosicché la possibilità di reagire si assottiglia progressivamente. Impotenza dettata dalla necessità economica di mantenere il ruolo, dalla vergogna e dal timore. Letteralmente, un buco nero. Nell'alta ristorazione, leggiamo, la percentuale sale al 48% di individui che si confessano vittime dei colleghi. Addirittura, il 78% dichiara di aver subito la pressione degli ospiti, magari dopo un turno in sala o al bancone di un cocktail bar con avances non richieste.
"Poco importa se gli autori del reato sono clienti altospendenti, lavoratori su un piano gerarchico diverso o collaboratori affermati a livello dirigenziale. Chi non fa nulla qui è complice. Non intervenire è semplicemente una violazione della legge, per la quale noi chiediamo un risarcimento in tribunale – di solito con successo”, conclude Dvořák. Stanno già partendo, dunque, le misure per agire a livello capillare sulle dinamiche interne dell'ospitalità viennese, con penali (auspicate) fino a 5000€ ai danni delle aziende che mettono a repentaglio i diritti fondamentali dello staff. Noi ci auguriamo -nella ristorazione e in qualsiasi altro settore, in Austria e in qualsiasi altro paese- che "consapevolezza" faccia un giorno rima con "concretezza".
