La guida Michelin Francia verrà presentata la settimana prossima, ma ne è già trapelata qualche anticipazione incendiaria. Due chef perdono la terza stella: si tratta di Christopher Coutanceau e Guy Savoy, mostro sacro e pilastro della cucina francese contemporanea.
La notizia
La Michelin, è proprio il caso di dirlo, non guarda in faccia a nessuno. Tantomeno a casa sua, la Francia, patria indiscussa dell’alta cucina, dove ha già castigato Bocuse, Haeberlin, Barbot e Veyrat. Giunge inattesa la notizia del clamoroso declassamento di Guy Savoy, in compagnia di un altro tristellato, Christopher Coutanceau di La Rochelle, e di diversi bistellati, l’Alpage, Jean-Luc Tartarin e Michel Serran.Anticipazioni, ma ufficiali, di una guida che verrà presentata il prossimo 6 marzo a Strasburgo. Il direttore di tutte le edizioni Gwendal Poullennec ha spiegato che si tratta di ristoranti eccezionali, quindi la decisione, comunicata personalmente il 27 febbraio, giorno di chiusura, rappresenta il risultato di una riflessione meditata, maturata al termine di numerose visite. Del resto, le stelle, come sottolinea sempre, non si cedono in proprietà, ma vanno conquistate ogni anno.
L’impressione è che con questa mossa Michelin intenda smarcarsi dalle altre guide e classifiche, come forse è accaduto anche in Italia con il caso Camanini. Savoy è infatti da ben sei anni saldamente al comando della Liste, classifica mondiale emanata nientemeno che dal Quai d’Orsay, il ministero francese degli esteri. Una guida delle guide il cui algoritmo, basato su 970 valutazioni, ha sempre premiato, forse non a caso, gli chef del paese e Savoy sopra tutti. È così giunto tempestivo il commento di Philippe Faure, fondatore di La Liste: “Né i commenti degli ospiti né le critiche professionali lasciavano presumere che la qualità del ristorante Guy Savoy fosse calata”. Il grande chef dal canto suo ha dichiarato: “Finora avevo avuto solo i migliori momenti dalla mia carriera. Quest’anno abbiamo perso la partita, ma il prossimo anno vinceremo di nuovo”.
Figlio d’arte, Savoy ha mosso i primi passi nel ristorante di famiglia la Buvette de l’Esplanade a Bourgoin-Jallieu, sua città natale, dove la madre serviva piatti tanto rustici quanto confortevoli in un contesto bucolico. Ed è mentre ancora pianifica un futuro in campagna, che accade l’imprevisto: la madre va sostituita, ma cucinare gli riesce benissimo. Così, per caso, scopre la sua vocazione. Dopo l’apprendistato in una pasticceria del paese, il primo aprile 1970 entra alla Maison Troisgros di Roanne, dove incontra un altro predestinato, Bernard Loiseau, ai tempi commis, con cui stringe amicizia. Seguono Lasserre e Louis Outhier a Parigi.
Il primo ristorante apre col suo nome nel 1980, ma nel 1987 è già trasloco, con due stelle negli scatoloni, e nel 2000 si compie un restyling integrale sotto il segno dell’arte contemporanea, grande passione dello chef, coltivata con il maggior collezionista d’Europa e suo grande amico, François Pinault. Un investimento premiato con la terza stella nel 2002. Il suo motto? “La cucina è l’arte di trasformare i prodotti in gioia”.
Fonte: ouestfrance.fr
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Foto di copertina: @Ed Alcock- NYT