Ha fatto molto parlare di sé la giovane chef Camille Genet, che a soli 19 anni si rivela più intenzionata a lavorare sodo dentro le cucine stellate che a stare sotto le luci della ribalta, dopo aver vinto il prestigioso trofeo Raymond-Vaudard.
La notizia
C’è chi punta alle stelle della notorietà e c’è chi punta a un altro tipo di stelle: Camille Genet ha vinto a soli 19 anni il concorso di cucina Raymond-Vaudard, una competizione che premia i migliori studenti e apprendisti chef di Francia sotto lo sguardo attento di una giuria composta da chef stellati e i giudici del Bocuse d'or. Dopo questo prestigioso riconoscimento, diverse stazioni televisive l’hanno avvicinata per partecipare a concorsi di cucina. Ma Camille ha sempre rifiutato: “La regia mostra quello che vuole”, ha commentato la giovane. “Questi spettacoli non rispecchiano la realtà. Mi dispiace, ma voglio impegnarmi ora per aprire un’attività in proprio”.Grandi occhi castani determinati, sorriso schietto e sincero: Camille ha rifiutato queste proposte in realtà a malincuore, con molta umiltà e timidezza. Il suo obiettivo è semplicemente chiaro e definito, pulito, come il suo viso. Attualmente si trova al secondo anno della scuola alberghiera di Blois, nota per aprire le porte dei ristoranti più prestigiosi di Francia. Ma Camille ha già deciso che vuole raggiungere la posizione di "chef de partie di un ristorante stellato in meno di cinque anni" e, come ha confermato lei stessa, "successivamente aprire un'attività in proprio per avere più libertà di esprimere il suo talento”.
Ma qual è la sua idea di cucina? “Sono cresciuta in una famiglia a cui piaceva mangiare bene, mio padre è un contadino”, ha raccontato Camille. “Mia madre invece è un'insegnante e cucinava quasi sempre con prodotti di zona. A casa mia si puntava spesso più alla qualità che alla quantità e io da piccola assaggiavo tutto: forse già allora era nata la mia grande passione per la cucina”. Nata e cresciuta a Mainvilliers, Camille propende per una cucina francese tradizionale; più orientata al pesce o la carne, però, rispetto all’ingrediente vegetale. Forse la sua firma sarà proprio questa “semplicità”: “Amo i piatti puliti ed essenziali, un buon sugo, un buon pezzo di carne. Il mio palato è più salato che dolce".
Sensibilità che ha affinato al Régis Marcon di Saint-Bonnet-le-Froid (Alta Loira), ristorante tre stelle. Nel corso dei servizi è diventata “più paziente, più attenta e più rigorosa”. Baptiste Colas, che ha lavorato con lei per cinque anni alla scuola alberghiera di Blois, l'ha vista evolvere: “Quando è arrivata qui, non aveva fiducia in se stessa. Bisogna vedere oggi cosa è capace di fare! "La più grande qualità di Camille? "La sua gentilezza”. "Non riesco a immaginarmi in un posto diverso dalla cucina", conclude lei. "Mi vedo a lavorare dietro ai fornelli per tutta la vita”.
Fonte: foodandsens.com
Foto di Copertina: Crediti Nouvelle République