Se l’Ecuador oggi è sulle mappe dei gourmet, si deve ad Alejandro Chamorro e alla moglie Pía Salazar, che nel 2014 hanno aperto il ristorante Nuema. Vi risalta una pasticceria originalissima, tripudio di biodiversità e di immaginazione.
La storia
Appena incoronata best pastry chef dell’America Latina ai 50 Best (guardate qui il video), Pía Salazar passerà probabilmente alla storia per avere introdotto l’Ecuador sulle mappe dei gourmet. Sono proprio i tesori della biodiversità locale, rigogliosa di frutti e ortaggi, i protagonisti delle sue irripetibili creazioni dolci. In un paese celebre in tutto il mondo per il cioccolato, dipanano sottili armonie fra gli afrori delle liliacee, la sapidità delle alghe e gli aromi delle erbe locali. Porri, cipolle, aglio fermentato… Nel paniere non manca niente, salvo ciò che sarebbe “normale”.Qualcuno tuttavia ha mostrato scetticismo, quando nel 2014 con il marito, lo chef Alejandro Chamorro, ha aperto nella capitale il ristorante Nuema, acronimo dei tre figli Nuria, Emilio e Martin. Si erano conosciuti nello spin-off di Astrid e Gaston a Quito, dove lei, figlia ribelle di medici, dopo un corso a Città del Messico studiava l’universo dolce con Astrid Gutsche, premiata anni prima con il medesimo riconoscimento che le sarebbe toccato.
“Astrid è stata la mia maestra, è stata lei a insegnarmi il valore dei nostri prodotti. All’inizio però la gente diceva che ero pazza. Ripetevano: non puoi mettere i funghi in un dolce! Mettici del cioccolato”. La fortuna, in questo caso, ha davvero premiato l’audacia, visto che nel 2020 Nuema è stato il primo ristorante ecuadoriano a entrare nei 50 Best continentali, salendo due anni dopo alla ventiquattresima posizione. E presto a Quito, oltre al ristorante fine dining, ci sarà una pasticceria con le delikatessen della casa, mentre nei paraggi, a Cumbayà, aprirà un secondo ristorante informale.
“I premi rappresentano una grande responsabilità, sono riconoscimenti per il paese e per tutto il lavoro che abbiamo fatto. Ora siamo un punto di riferimento per i giovani, quindi dobbiamo spiegare che tutto questo non accade facilmente. Inoltre, dobbiamo sostenere gli altri ristoranti e gli altri chef. In Ecuador abbiamo appena iniziato. Dobbiamo ancora creare la nostra identità, imparare a credere in noi stessi ed essere fieri delle nostre radici. Prima c’erano solo ristoranti peruviani e francesi, non valorizzavamo abbastanza i nostri prodotti. È un processo, dobbiamo gettare fondamenta forti e lavorare duramente”.
Fonte: theworlds50best.com
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Ritratto in copertina: @Soledad Rosales - Foto nell'articolo: @Nuema