La chef Patrizia Di Benedetto, con la sua cucina firmata presso il ristorante Bye Bye Blues a Mondello, ha saputo valorizzare prodotti locali, stagionalità e territorio guadagnandosi la stella Michelin nel 2011, riconosciuta dalla Michelin Guide (il primo caso femminile in Sicilia).
Patrizia Di Benedetto è nata a Palermo, in una famiglia che ha sempre coltivato l’amore per la cucina siciliana. Sebbene inizialmente destinata a un percorso diverso, decide di dedicarsi con passione alla cucina, rafforzando le sue competenze attraverso corsi specifici e stage presso ristoranti in Italia e all’estero.
Il suo percorso professionale prende una svolta significativa nel 1991, quando insieme al marito Antonio Barraco apre a Mondello (Palermo) il ristorante Bye Bye Blues. Da locale informale iniziale si evolve in un indirizzo di cucina contemporanea centrata sul mare, sugli ortaggi della zona e su una materia prima siciliana eccellente.
Nel 2011 il ristorante ottiene una stella dalla Michelin Guide: un traguardo che segna la chef come la prima donna chef stellata in Sicilia, conservata fino al 2020. Successivamente, nel 2024, assume la guida della cucina presso il resort Capofaro Locanda & Malvasia nell’isola di Salina, sotto la proprietà della famiglia Tasca d’Almerita, imprimendo un’ulteriore evoluzione della sua interpretazione del territorio, con attenzione anche ai temi della sostenibilità e dell’impatto ambientale.
Dal punto di vista umano, Di Benedetto racconta di essere entrata in cucina «per gioco», quando il socio cuoco abbandonò ed ella accettò di sostituirlo, scoprendo una passione che l’ha portata a dedicarsi con determinazione a questa strada. Pur essendo autodidatta, ha seguito corsi e stage (ad esempio con lo chef Jordi Butrón e in Francia).
La sua filosofia culinaria si basa sul rispetto della materia prima locale (mare, ortaggi, piccole carni), sulla stagionalità e sull’espressione territoriale, con inserimenti creativi che non immergono (come richiesto) la parola “tradizione e innovazione”. Come lei stessa afferma: «La mia è una cucina decisamente femminile, e per femminile intendo una cucina fatta d’istinto, di sentimento, di creatività.» In particolare, per il progetto a Salina, sottolinea l’importanza dei rapporti con produttori locali, della conoscenza del paesaggio, della semplicità visiva ma sorprendente nell’esecuzione.
Tra le sue realizzazioni significative va ricordata l’ottenimento della stella Michelin (istituita da Michelin) nel 2011 al Bye Bye Blues. Inoltre, la guida Euro-Toques Italia l’ha inserita come chef associata (Euro-Toques). Ha collaborato con la famiglia Tasca d’Almerita per l’apertura a Salina, segno della fiducia nel suo approccio gastronomico distintivo.
L’impatto nel mondo della gastronomia siciliana è rilevante: ha contribuito a dare visibilità alla cucina femminile nell’isola, e ha messo in luce come un ristorante di mare possa essere luogo di sperimentazione e valorizzazione del territorio dalle radici mediterranee.