Executive Chef di Opera – Ingegno e Creatività a Torino, Stefano Sforza firma una cucina essenziale, netta e rigorosa, frutto di un percorso maturato in grandi brigate italiane e francesi e di una visione centrata su territorialità, tecnica e concretezza.
Classe 1986, Stefano Sforza costruisce la propria identità gastronomica a partire dai suoi maestri, da Pier Bussetti ad Alain Ducasse, dai quali apprende rigore, precisione, rispetto per la materia prima e disciplina come fondamento di ogni gesto culinario. Un bagaglio che articola lungo un percorso di oltre quindici anni nelle cucine di riferimento del fine dining italiano: il Bellevue di Cogne, il Del Cambio di Torino, il Trussardi alla Scala di Milano e, successivamente, il Turin Palace, esperienza che lo guida verso una maturità stilistica fondata sull’essenzialità e sull’equilibrio .
Nel progetto Opera – Ingegno e Creatività, Sforza trova la propria dimensione. Il ristorante, incastonato in via Sant’Antonio da Padova, nasce come spazio dove manualità, arte e creatività convivono: una cucina a vista che racconta l’atto del “fare” e una sala che richiama l’idea di un teatro gastronomico. Qui, lo chef abbraccia completamente la filosofia dell’insegna, portando avanti una cucina schietta, pulita e precisa, costruita su pochi elementi ben calibrati, in cui “togliere” è più importante che aggiungere .
I menu seguono la stagionalità e si muovono tra due percorsi principali: un menu vegetariano, centrato su una famiglia di vegetali e pensato per esplorare tecniche e consistenze diverse, e il menu Opera, manifesto della sua creatività, dove la cucina del territorio dialoga con note più agrumate e accenti asiatici. Centrale è la scelta dei prodotti: le verdure provengono dall’orto dell’Azienda Agricola della famiglia Cometto a Chieri, mentre le materie prime arrivano da contadini e mercati autentici come Porta Palazzo, mantenendo un rapporto diretto con il territorio torinese .
A partire dal 2020 la sua cucina intraprende una svolta etica: niente specie ittiche a rischio estinzione, niente foie gras, riduzione degli zuccheri raffinati nei dessert e una maggiore attenzione alla sostenibilità. La sua filosofia si traduce in un desiderio di educare il cliente, mostrando la complessità nascosta dietro ingredienti semplici e tecniche consapevoli. Emblematici sono piatti come il dolce “Mela” o il signature “Opera”, presenti a menu come ricorrenze identitarie dell’insegna .
Il lavoro di Sforza è stato riconosciuto dalla critica: nel 2020 ha ricevuto il premio Chef Emergente dell’Anno agli Awards di Food and Travel Italia, mentre Opera è stato premiato da TheFork, Identità Golose, Gambero Rosso e varie guide italiane. Dal 2022 il ristorante è presente anche nella selezione della Guida Michelin .
Con una cucina che unisce territorialità, rigore e creatività controllata, Stefano Sforza è oggi una delle figure più solide e riconoscibili della scena gastronomica torinese.