Chef, autore e autore televisivo statunitense, ha esplorato culture e cucine globali con curiosità e franchezza, rivoluzionando il modo di raccontare il cibo e il viaggio. Premio Emmy Award (2018) per il programma Anthony Bourdain: Parts Unknown.
Nato a New York da una madre redattrice del The New York Times e un padre dirigente della Columbia Records, cresce nel New Jersey e scopre la passione per la cucina durante un viaggio in Francia. Dopo due anni di studi al Vassar College, si iscrive al Culinary Institute of America e si diploma nel 1978. Inizia la carriera come lavapiatti e poi cuoco in ristoranti di New York, fino a diventare executive chef della brasserie Brasserie Les Halles, un passo significativo del suo percorso professionale.
Nel 1999 pubblica sull’The New Yorker il provocatorio articolo “Don’t Eat Before Reading This”, che descrive in modo crudo la cucina professionale. Da lì nasce il best-seller Kitchen Confidential: Adventures in the Culinary Underbelly (2000) che lo rende celebre anche fuori dai circuiti gastronomici.
La sua filosofia culinaria è improntata all’autenticità, all’apertura verso culture diverse e alla volontà di raccontare il cibo come esperienza umana e sociale. In una intervista affermava: «I find, again and again, just by spending the time, by asking very simple questions, people have said the most astonishing things to me». Questo approccio caratterizza i suoi programmi televisivi: dal primo A Cook’s Tour (2002-03) alla serie Anthony Bourdain: No Reservations (2005-12) fino a Parts Unknown (2013-18), prodotto da CNN.
Sul piano personale, ha attraversato momenti difficili, inclusi problemi di tossicodipendenza nella giovinezza e un ambiente professionale duro, che hanno contribuito a formare la sua visione «senza filtri» della cucina. Era anche appassionato di musica rock e di viaggio, e vedeva il ristorante come un «posto dove tornare a casa» dopo un passato tormentato. Il 8 giugno 2018 è stato trovato morto in Francia mentre girava un episodio della sua serie, a causa di suicidio.
Il suo contributo al mondo gastronomico va oltre la cucina: ha ispirato una generazione di chef e viaggiatori, reso il cibo strumento di conoscenza interculturale e mostrato che dietro ogni piatto c’è una storia da raccontare. La sua eredità vive attraverso il racconto.