Chef di Iris Ristorante a Verona, formazione tra St. Hubertus e Casa Perbellini, ha guidato La Cru alla Stella MICHELIN (2020) e alla Stella Verde (2021). Con Iris, aperto a fine 2023, entra presto in Guida e conquista 1 Stella MICHELIN (novembre 2024).
Originario di Vallese di Oppeano (Verona), intraprende la ristorazione in città prima di trasferirsi a Londra: Toto’s con Paolo Simioni e poi Foliage al Mandarin Oriental Hyde Park gli danno metodo, precisione, servizio di alta cucina. Tornato in Italia, entra al St. Hubertus (3 stelle) con Norbert Niederkofler: attraversa tutte le partite, assimila “Cook the Mountain”, sostenibilità e biodiversità come grammatica di cucina.
Segue il primo approdo nel mondo di Giancarlo Perbellini a Isola Rizza; quindi il rientro in Alto Adige come sous-chef di Niederkofler per circa tre anni. Arrivano poi passaggi in brigate ad alta scuola: Locanda Margon con Alfio Ghezzi, Le Calandre degli Alajmo e Berton a Milano. Con la riapertura di Casa Perbellini, Sacchetto è sous-chef per quattro anni, consolidando rigore tecnico e lettura essenziale del gusto.
Nel 2019 accetta la sfida di La Cru (Romagnano di Grezzana): un gourmet intimo, cinque tavoli, filiera cortissima. In piena pandemia ottiene la Stella MICHELIN (novembre 2020) e l’anno successivo la Stella Verde per la sostenibilità, orientando la sua cucina su vegetale, fermentazioni misurate e selvaggina di territorio.
Nel maggio 2023 rientra a Verona: l’incontro con l’imprenditore Bruno Soave apre il cantiere di Iris Ristorante a Palazzo Soave (via Leoni). L’insegna nasce a novembre 2023, entra in Guida entro cinque mesi e a novembre 2024 conquista 1 Stella MICHELIN: sala elegante, carta vini ampia, menu che intrecciano acidità, freschezza e una materia prima trattata con nettezza.
La sua cifra è una cucina “leggibile”: pochi elementi, cotture millimetriche, contrasti calibrati tra amaro e acido. L’eredità di montagna (prodotti, tempi naturali, zero sprechi) dialoga con la sensibilità urbana di Verona: piatti che cercano equilibrio più che effetto, con attenzione costante alle filiere e al lavoro dei piccoli produttori.