Classe 1989, chef patron del Signum a Salina: una cucina siciliana contemporanea che valorizza mare, orto e artigiani dell’isola. Stella MICHELIN (2016, riconfermata) e Stella Verde per la sostenibilità; “Chef Donna 2019” by Veuve Clicquot.
Cresciuta tra i profumi dell’Hotel Signum, dove il padre Michele cucinava fin dall’apertura (1988), Martina sceglie presto la via dei fornelli: alberghiero a Cefalù, corso professionale al Gambero Rosso a Roma e prime estati “di servizio” nella cucina di casa a Salina. Gli stage la portano oltre l’isola: La Rosetta di Massimo Riccioli a Roma, quindi Londra da Jamie’s Italian sotto l’occhio di Gennaro Contaldo, e poi cucine italiane di riferimento come Open Colonna (Antonello Colonna), Pipero al Rex (Luciano Monosilio) e La Torre del Saracino (Gennaro Esposito).
A 23 anni, con il fratello Luca (oggi alla guida dell’hotel e della sala), prende in mano il Signum: lei ai fuochi, lui all’accoglienza. Nel 2016 arriva l’ingresso in Guida MICHELIN con la stella, che fa di Martina la più giovane chef stellata d’Italia in quell’anno. La sua è una cucina di mare e di terra eoliana, giocata su salinità, erbe spontanee, grani antichi, pescato locale e cotture precise, con tre percorsi degustazione.
Negli anni consolidano riconoscimenti trasversali: le Tre Forchette del Gambero Rosso per il Signum (2022 in avanti) e la Stella Verde MICHELIN per l’impegno su filiere, ingredienti “zero miglio” e pratiche ambientali. Nel 2019 arriva il Premio MICHELIN Chef Donna (Veuve Clicquot). Martina è inoltre parte di reti professionali come JRE–Jeunes Restaurateurs e Ambasciatori del Gusto.
Oggi la sua tavola è un osservatorio sul Mediterraneo minore: morene, pesci “poveri”, erbe e fermentazioni leggere entrano in piatti essenziali, luminosi e identitari, dove tecnica e sensibilità convivono con una forte idea di isola—una cucina che racconta Salina al presente.