Co-titolare (con il cugino Antonio Visentin) della Pizzeria della Passeggiata di Priverno, classe 1997, formatosi tra Scienze Politiche, pizza acrobatica e scuola di Angelo Iezzi. Oggi firma una tonda dal cornicione croccante e centro scioglievole, in dialogo con produttori e specialità locali.
La storia comincia in famiglia: nel 1985 le mamme, Nadia e Pina Scalesse, avviano una pizzeria di teglia nel centro di Priverno. Da quella bottega nasce una seconda generazione: Giammarco Ambrifi (1997), Scienze Politiche alla Sapienza, specializzazione in pizza acrobatica e percorso alla scuola di Angelo Iezzi; e il cugino Antonio Visentin (1992), doppia laurea in Economia/Management e formazione API – Associazione Pizzerie Italiane.
Nel 2019 i due iniziano a sperimentare: accanto alla teglia lavorano una tonda d’asporto, poi l’idea di un progetto dedicato. Dopo l’emergenza Covid, a giugno 2022 prendono in affitto un locale di 310 mq a pochi passi dalla sede storica: nasce la nuova Pizzeria della Passeggiata (Via Giacomo Matteotti 101, Priverno), trasferendo l’attività di famiglia e scommettendo sulla tonda in servizio serale.
Oggi Giammarco guida un’impronta stilistica chiara: impasti diversificati e una tonda che guarda allo stile napoletano ma cuoce in forno elettrico, con cornicione croccante e centro scioglievole. La materia prima è la bussola: filiera corta, selezione di bufala di Amaseno, olio EVO biologico del Frantoio Orsini, carni da Sonnino, lavorazioni di stagione.
In carta spicca anche la Falia, lievitazione naturale tipica di Priverno, a metà tra pizza e focaccia: in versione salata (carpaccio di Black Angus, bufala, EVO) e dolce (ricotta, cannella, cioccolato artigianale). Per l’estate 2025, omaggio al panino della Fiera di San Tommaso: Fiera, con crema di peperone giallo, salsiccia marinata alla soia e cotta alla brace, provola a lenta maturazione, peperone verde, chutney di peperone rosso, olio EVO di Priverno e sesamo.
L’identità della pizzeria vive in questa doppia anima: la ricerca sull’impasto e il radicamento territoriale. Un laboratorio che unisce il gesto tecnico appreso tra scuole e master a una lettura contemporanea del gusto locale, dalla teglia all’acrobatica, fino alla tonda di firma.