Pasticcere formatosi nelle grandi brigate francesi, dal 2010 guida la pasticceria de La Chèvre d’Or a Èze fino al 2022, poi apre a Nizza la Pâtisserie Julien Dugourd e firma dessert per il Mandarin Oriental, Paris. Selezionato Passion Dessert del Guide Michelin (con Valrhona) dal 2019.
Originario dei Vosgi, intraprende studi alberghieri conseguendo CAP e BEP in cucina, quindi si specializza in pasticceria. Le prime esperienze scorrono tra Hostellerie des Bas Rupts e le cucine di Marc Veyrat (L’Auberge de l’Eridan, La Ferme de mon Père), poi L’Arnsbourg con Jean-Georges Klein sotto la guida di Christelle Brua. Seguono Hôtel de Paris a Monaco con Pierre Foucher, Le Louis XV di Alain Ducasse e il Plaza Athénée con Christophe Michalak: un percorso che affina gusto per leggerezza, pulizia zuccherina e costruzione delle texture.
Nel 2010 approda alla Château de La Chèvre d’Or (Èze), due stelle Guida Michelin, dove firma per dodici anni una pasticceria riconoscibile: frutta al centro, grafismi netti, contrasti croccante-morbido e calco della stagione mediterranea. Dal 2023 lascia la struttura e inaugura la Pâtisserie Julien Dugourd a Nizza (4 rue Catherine-Ségurane), laboratorio e boutique che traduce in formato “alta moda” il suo vocabolario dolce.
Nel 2021 collabora con Dior Parfums per il progetto Vanilla Diorama, interpretazione contemporanea del dessert prediletto da Christian Dior; parallelamente avvia una partnership creativa con il Mandarin Oriental, Paris, dove cura una selezione di pâtisserie e l’Afternoon Tea. Nel 2025 La Liste segnala il suo lavoro a Parigi nell’ambito dei riconoscimenti dedicati alla pasticceria.
Sul fronte delle onorificenze, dal 2019 è inserito nella selezione Passion Dessert del Guide Michelin (iniziativa realizzata con Valrhona a sostegno della pasticceria di ristorazione); tra le attività istituzionali, dal 2017 fa parte del Club des Chefs des Chefs, prendendo parte a missioni e incontri dedicati alla diplomazia gastronomica.
L’aspetto umano attraversa tutto il suo percorso: nelle pagine del volume “Mes pâtisseries, mon parcours, ma résilience” racconta l’infanzia segnata da una grave malformazione congenita (agenesia del diaframma) e la scelta di trasformare la fragilità in rigore, disciplina sportiva e attenzione al benessere. Una determinazione che si riflette nella sua cifra: dolci fruttati, poco zuccherati, calibrati sulla freschezza e sulla nitidezza delle consistenze.