ITALIA - BEST CHEF

Giuliana Germiniasi

Manerba del Garda, Brescia - Italia

Giuliana Germiniasi cover bio

Alla guida del Ristorante Capriccio (Manerba del Garda, attivo dal 1965), Giuliana Germiniasi mantiene la stella Michelin (dal 1999) con una cucina di pesce di mare e piatti-simbolo come Spaghettone astice & lime e Parmigiana di melanzane, affiancata in sala dalla figlia Francesca Tassi.

Nata e cresciuta sul versante bresciano del Lago di Garda, Germiniasi rileva e sviluppa l’attività di famiglia aperta nel 1965, trasformandola in indirizzo di riferimento per il territorio. Il locale, sospeso tra giardino e terrazza coperta con vista sulla baia di Manerba, diventa tappa gastronomica per viaggiatori italiani e internazionali. 

In cucina sceglie una linea di creazioni di mare in un contesto lacustre: scelta pionieristica che le cronache ricordano come tra le prime specializzazioni di pesce di mare nel Nord Italia, portata avanti con rigore di selezione e cotture misurate. 

Accanto a lei lavora la figlia Francesca Tassi, oggi responsabile di sala e cantina: insieme costituiscono una delle coppie madre-figlia più riconoscibili dell’accoglienza gardesana, con una carta vini forte su Champagne, Franciacorta e Riesling tedeschi.

Nel corso di sei decenni il menu ha conservato alcuni piatti storici: la Parmigiana di melanzane legata ai ricordi con la madre negli anni ’60; lo Spaghettone all’astice & lime, vero biglietto da visita del ristorante; e, in chiusura, la Zuppa di frutti rossi con gelato al latte e meringa fiammeggiata. Queste preparazioni “senza tempo” convivono con inserimenti stagionali e riletture più attuali del pescato. 

Negli ultimi anni Germiniasi ha avviato un ricambio generazionale portando in brigata giovani cuochi—tra cui Marco Pezzaioli, con esperienze internazionali—per ampliare la proposta degustazione a tema mare (risotto ostrica, shiso & zenzero) e aggiornare ambienti, colori e mise en place del ristorante. 

La filosofia rimane chiara: centralità della materia prima, sapori leggibili, e una cucina moderna legata ai classici italiani e del Garda, dove il gusto prevale sull’effetto. «La Parmigiana è il mio passato e non uscirà mai dalla carta», racconta, mentre guarda al futuro con piatti come triglia alla gardesana profumata alla lavanda. 

L’identità territoriale emerge anche nella valorizzazione delle specie locali (coregone/whitefish, persico) integrate in chiave personale: celebri le sue interpretazioni del coregone del Garda, proposto anche al vapore con radici e frutta acida.

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