Autodidatta divenuto maestro certificato AVPN, Hironori Noda guida Magazzino a Kashiba: prima vera pizzeria napoletana della prefettura di Nara, bronzo alla Naples Pizza Olympics (2012) e Bib Gourmand Michelin. Coltiva ortaggi propri in un’azienda di famiglia per una pizza “field-to-table”.
Cresciuto tra le risaie del Kansai, Hironori Noda aprì Magazzino nel 2001 insieme al padre, in un capannone circondato da terreni agricoli. I primi anni furono incerti, finché la folgorazione per la pizza di SAKURAGUMI ad Akō lo spinse a trasferirsi lì come apprendista, affinando impasti a lunga lievitazione e cotture nel forno a legna.
Il passo successivo fu Napoli: corsi intensivi presso l’Associazione Verace Pizza Napoletana (AVPN), stage nei quartieri spagnoli e la partecipazione alla PizzaFest 2009. Nel 2011 ottenne il diploma di pizzaiolo verace (registro AVPN n. 184) e, l’anno dopo, il bronzo ai primi Naples Pizza Olympics – categoria Classical.
Rientrato in Giappone, trasformò Magazzino nella prima pizzeria di Nara riconosciuta “True Neapolitan Pizza”; dal 2017 la guida Michelin la premia con il Bib Gourmand per la fragranza dell’impasto e il prezzo accessibile.
La mancanza del mare – “quello che Napoli ha e Nara no” – ispirò la sua identità agricola. Noda creò la “Mamma Farm”, un orto condotto con la madre: pomodori San Marzano locali, zucchine e basilico diventano coprotagonisti di margherite e ortolane, mentre la mozzarella di bufala arriva in aereo da Caserta solo due volte al mese per ridurre l’impronta di carbonio.
Oggi il menu conta oltre quaranta varianti: dalla Margherita DOP alle stagionali con zucca Hokkaido e pecorino giapponese, fino alla “Quattro Formaggi con miele di acacia” consigliata dalla Michelin. La cottura avviene a 485 °C in 90 secondi, seguendo la regola napoletana, mentre l’idratazione al 70 % dona leggerezza all’alveolatura.
Noda allena la prossima generazione di pizzaioli tramite workshop mensili e sostiene progetti scolastici sul recupero del pane invenduto trasformandolo in starter di lievito naturale. «La pizza è agricoltura che prende forma nel forno» ama ripetere, riassumendo una filosofia che intreccia tecnica partenopea e terroir giapponese, senza mai perdere di vista la sostenibilità.