Chef di talento la cui passione si è manifestata dopo aver studiato tutt’altro. Ora proprietaria e capo di cucina dei ristoranti "Leo" e “La Sala de Laura”, gestito dalla figlia sommelier; Leonor è anche attivista gastronomica ed è impegnata socialmente tramite la sua fondazione FUNLEO. Nel 2022 la chef è stata nominata Miglior chef al mondo dalla lista The World's 50 Best Restaurants
Leonor Espinosa è nata nel 1963 a Cartago, nella Valle del Cauca. La sua passione per la cucina è sbocciata dopo aver studiato Arti Plastiche alla Scuola delle Belle Arti di Cartagena de Indias e Economia all'Universidad Tecnológica di Bolívar.
Nel 2005, ha aperto il suo ristorante, "Leo", a Bogotà, diventato famoso in tutto il mondo per la capacità della chef di fondere le diverse influenze culturali della Colombia. Il suo paese, incastonato tra l'Atlantico e il Pacifico, offre una ricchezza di ispirazioni che si ritrovano nei suoi piatti, spaziando dalle tradizioni amazzoniche, andine e caraibiche a quelle pacifiche, arabe, africane, spagnole ed indigene.
La sua dedizione per la ricerca culinaria e l'impegno sociale ha trovato una nuova espressione nel 2008, quando ha fondato la Leo Espinosa Fundation FUNLEO, guidata da sua figlia Laura, esperta di sviluppo.
La chef ha poi avviato “La Sala de Laura”, al piano superiore rispetto al ristorante più celebrato, sempre gestito dalla figlia anche abile sommelier.
L’impegno di madre e figlia orienta l’attenzione sugli attori che appartengono a piccole minoranze, a lungo relegate nel silenzio. Comunità africane e indigene invisibili, flagellate da problemi di violenza sociale e private delle loro risorse fondamentali. 150.000 persone appartenenti a 81 gruppi etnici, che parlano 64 lingue diverse. Un patrimonio antropologico e culturale inestimabile.
Leonor ha ricevuto riconoscimenti internazionali per il suo lavoro: ha vinto il Basque Culinary World Prize nel 2017 e nel 2022 è stata nominata la Miglior chef al mondo dalla lista The World's 50 Best Restaurants. È anche autrice di due importanti libri di cucina, "Leo el Sabor" e "Lo que cuenta el caldero".
Foto di Copertina: @JuanPabloGutierrez
