Pastry chef al Brunelleschi Hotel di Firenze dal 2022, firma la parte dolce del Ristorante Santa Elisabetta (due stelle Michelin) e coordina anche colazioni e produzione di pasticceria per l’hotel. Nel 2025 entra nel gruppo AMPI Juniores, percorso giovani dell’Accademia Maestri Pasticceri Italiani.
Nel centro storico di Firenze, dentro l’orbita gastronomica del Brunelleschi Hotel, Francesco De Padova lavora come pastry chef con una visione da “cucina” prima ancora che da laboratorio: dolci pensati per chiudere un percorso di fine dining, ma anche una pasticceria quotidiana che deve reggere i ritmi dell’ospitalità. Dal 2022 è indicato tra i nuovi ingressi della struttura, chiamato a occuparsi della carta dei dessert del Ristorante Santa Elisabetta, oltre che di colazioni, biscotteria per le camere e gelati artigianali.
Il suo profilo si costruisce in una geografia del Sud: origini pugliesi e un avvicinamento dichiarato ai profumi della scuola campana, con un’attenzione ricorrente al gioco tra acidità e sapidità. In una dichiarazione riportata dalla stampa di settore, racconta di portare in brigata un bagaglio fatto di viaggi e di esperienze anche fuori dall’Italia, “coniugandolo con la passione per i gusti del Sud”.
Un passaggio chiave arriva nel 2015 a Vico Equense, alla Torre del Saracino di Gennaro Esposito, dove nasce la relazione professionale con Rocco De Santis: “veniamo dalla stessa scuola… è facile costruire un dessert insieme”, spiega, sottolineando un metodo basato su confronto e autonomia creativa.
Oggi il suo lavoro si muove su più registri: da un lato la chiusura “di precisione” del fine dining, dall’altro la concretezza di una produzione ampia, dove tecnica, organizzazione e ripetibilità diventano parte della firma. Non a caso, nel 2023 porta il proprio panettone in contesti pubblici dedicati ai grandi lievitati, partecipando a Panettone Maximo con una rilettura al cioccolato presentata dal vivo.
Nel 2025 entra negli AMPI Juniores, il gruppo giovani dell’Accademia Maestri Pasticceri Italiani: un passaggio che colloca il suo nome in un percorso di formazione e rappresentanza pensato per la nuova generazione di pasticceri e pastry chef. In parallelo, risulta tra i “Mastri Artigiani” di Bongiovanni, rete che riunisce professionisti selezionati per progetti e collaborazioni.