Classe 1983, Alessandro Ferrarini costruisce una cucina di equilibrio e precisione, dove tecnica e materia prima guidano ogni scelta. Dopo la prima stella conquistata nel 2021, nel 2026 ottiene la stella Michelin con Sciabola a Forte dei Marmi, confermando una visione solida e riconoscibile.
La formazione di Alessandro Ferrarini prende avvio all’Istituto De Filippi di Varese, dove acquisisce basi tecniche rigorose e una disciplina operativa che diventerà cifra costante del suo lavoro. Ancora giovanissimo entra nel mondo dell’alta ristorazione al ristorante Lorenzo di Forte dei Marmi, accanto a Gioacchino Pontrelli, figura centrale della cucina versiliese. Un passaggio determinante, che segna profondamente il suo approccio e a cui Ferrarini continuerà a fare riferimento nel corso degli anni.
Un ulteriore snodo fondamentale arriva con l’esperienza allo Schuman, ristorante stellato sul Lago Maggiore guidato da Silvio Battistoni. Qui affina tecnica, rigore e sensibilità, avvicinandosi a una cucina essenziale, costruita sull’equilibrio e sul rispetto profondo della materia prima. In questa fase prende forma una visione personale fatta di creatività misurata, attenzione al dettaglio e dialogo consapevole con la tradizione, senza rinunciare a una lettura contemporanea.
Il 2021 segna la prima consacrazione: alla guida del Franco Mare, Ferrarini conquista la stella Michelin, riconoscimento che certifica la maturità del suo linguaggio gastronomico e la capacità di offrire un’esperienza elegante, coerente e leggibile.
Il percorso prosegue nuovamente a Forte dei Marmi, dove approda al ristorante Sciabola, all’interno dello St. Mauritius Hotel. Qui trova lo spazio ideale per esprimere una cucina pienamente compiuta. Alla guida della brigata, Ferrarini unisce rigore tecnico, sensibilità estetica e un rapporto diretto con il prodotto, costruendo un menu che fonde le radici lombarde con le suggestioni marine della Versilia. Centrale è il lavoro sul pescato locale, comprese specie meno celebrate, valorizzate attraverso tecnica e consapevolezza, con l’obiettivo di restituire sapori riconoscibili e una forte identità territoriale.
È proprio con Sciabola che arriva il più recente riconoscimento: la stella Michelin 2026, che premia non solo la qualità della cucina ma anche la visione condivisa con la famiglia Pippucci e l’intera squadra dell’hotel. Un progetto giovane ma strutturato, capace in pochi anni di definire una cucina d’autore intensa, contemporanea e profondamente radicata nel contesto.
Per Ferrarini, la stella non rappresenta un punto di arrivo, ma una conferma del percorso intrapreso. A Sciabola continua a sviluppare una gastronomia che parla di mare, memoria, tecnica e identità, guidato dalla convinzione che l’eccellenza nasca dalla semplicità eseguita con precisione e rispetto.