La nuova proprietà del Rosa Alpina, che affianca il gruppo Aman alla famiglia Pizzinini, inizierà fra un mese i lavori di ristrutturazione dell’hotel a cinque stelle. Comporteranno il ripensamento dell’offerta gastronomica, forse in chiave più esclusiva, senza lo storico chef Norbert Niederkofler ai fornelli.
La notizia
La notizia era nell’aria da un po’. Si vociferava di difficoltà finanziarie e di dissapori fra la proprietà dell’hotel Rosa Alpina e lo chef Norbert Niederkofler, uno dei dodici tristellati italiani, in modo dubbiamente fondato. Ora ne giunge conferma, e nel peggiore dei modi: il grande ristorante St. Hubertus, intitolato al patrono dei cacciatori, chiude i battenti, a poche settimane dall’annuncio di René Redzepi.L’ultimo servizio è in agenda per il 24 marzo, subito prima della consueta chiusura stagionale primaverile. Seguiranno profondi lavori di ristrutturazione, deliberati dalla nuova proprietà, che vede la famiglia Pizzinini affiancata dal gruppo Aman. Ma alla riapertura di fronte alle stufe non ci sarà più lo chef con la barba, di casa per quasi trent’anni. Si deve al suo talento, cristallino come un ruscello d’alta quota, la clamorosa ascesa del locale, ricavato in quella che era una pizzeria d’albergo: una stella nel 2000, due nel 2007, tre nel 2018, in compagnia dal 2020 di quella verde, elargita in virtù del lavoro sincero sulla sostenibilità e sui prodotti stagionali dell’arco alpino, coerente con la poetica “cook the mountain”.
Come ha dichiarato a Il Gusto Ursula Mahlknecht Pizzinini, “ci fermiamo un anno e mezzo per lavori e dobbiamo ridefinire tutto il concetto della ristorazione. Il St. Hubertus cambierà, sarà più piccolo, con meno coperti, con un’altra formula forse più esclusiva. Norbert è con noi dal 1994, quindi è della famiglia e farà parte del think tank del Rosa Alpina”. Commenta lo chef altoatesino: “Questo progetto era in cantiere da mesi. Appoggio completamente la scelta di rivedere il concetto alla base della struttura e della cucina e, in quest’ottica, metto a disposizione la mia esperienza. In merito alle Stelle Michelin sarà solamente questa a definire le future possibili assegnazioni. Da parte mia, posso garantire che farò tutto il possibile per confermarle”. Nell’attesa Niederkofler non resterà comunque con le mani in mano: lo chef, che continuerà a insegnare Scienze Enogastronomiche di Montagna presso la Libera Università di Bolzano, sta già lavorando ad altri progetti, come l’Alpinn a Plan de Corones, all’interno del museo della fotografia Lumen, che quest’anno ospiterà un’altra creatura di Niederkofler, l’evento benefico Cares, nel quale ospiterà i suoi numerosi e premiatissimi allievi.
Ma si parla anche di un nuovo progetto già in itinere, che avrebbe sede a Brunico presso Villa Moessmer, per la quale è stato presentato un piano di ristrutturazione lo scorso giugno. L’unica certezza è che almeno per il prossimo anno l’Italia perderà uno dei suoi dodici tre stelle, nella speranza che i degnissimi candidati al gradino più alto riscuotano il placet della rossa.
Fonte: @ilgusto
Trovi qui l'articolo cliccabile