I protagonisti dell'enogastronomia Maître e Sommelier

Marta Campillo, da stagista a regina della sala del DiverXO di Dabiz Muñoz

di:
Alessandra Meldolesi
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copertina marta campillo

La sala può ancora essere un sogno per i giovani: lo dimostra la storia di Marta Campillo, arrivata da DiverXO in stage a 21 anni, promossa in un triennio a direttrice di sala. “Ancora oggi prima del servizio mi saltano i nervi, ma è bello così”.

La storia

I piani erano altri, quando la ventunenne Marta Campillo otto anni fa ha messo piede dentro quello che per molti è il migliore ristorante del mondo. Appena ultimati gli studi in turismo e direzione alberghiera presso la scuola di San Pol de Mar, intendeva appoggiarsi brevemente da qualche parte prima di spiccare il volo verso i Caraibi e sdraiarsi al sole tutto l’anno. “Avevo in mente di piazzarmi in un resort”, sorride. Il nome di Dabiz Muñoz lo conosceva a malapena grazie a un annuncio in televisione, eppure prima dell’aereo c’era quel mese e mezzo da riempire. È stato il padre, che già l’aveva portata da Carme Ruscalleda, a suggerirle di proporsi presso il tristellato madrileno, e l’idea non le è dispiaciuta.

@El Norte



“Il primo giorno è stato caotico”, ricorda. “Non riuscivo a capire ciò che succedeva intorno a me né potevo reggere il ritmo. Non avevo mai preso in considerazione l’eventualità di lavorare in sala e ancor meno avrei pensato che mi avrebbe catturato così tanto. Le mansioni erano basiche: entravo per prima e sistemavo le luci, i tovaglioli, i segnaposti. Poi, poco alla volta, ho iniziato a raccontare qualche piatto”. Arrivato il giorno del commiato, alla proposta di fermarsi non ha avuto esitazioni.


I progressi in brigata sono continuati in modo graduale nell’arco di tre anni. Finché la vecchia direttrice di sala non ha lasciato il suo posto vacante e la prima opzione di Dabiz Muñoz è diventata lei. “Non ero mai stata direttrice, sempre cameriera, una sfida che ho fatto mia senza essere sicura di risultare all’altezza”. Oggi sono diciassette i collaboratori che dirige, con l’unico obiettivo di rendere gli ospiti felici. “Ci sono persone che vengono per affidarsi, altre che sono più introverse, altre ancora che cercano l’errore. L’unica cosa che non tollero è la mancanza di rispetto”.

@DABIZDIVERXO



Il servizio si svolge quattro giorni a settimana, dal mercoledì al sabato, a pranzo e a cena. Marta arriva, controlla i tavoli e se qualche cliente è già stato ospite, manda a Muñoz i relativi menu, per evitare ogni ripetizione. Dopo il pranzo, prima del servizio, si svolge un’ultima riunione con i sommelier per ricordare eventuali intolleranze e ricorrenze.


Non mi troverei qui né sarei quella che sono senza Dabiz Muñoz. Continua a trasmettermi molto. Mi ha insegnato l’importanza di dare tutto affinché la gente esca felice, a credere in me stessa e mi ha inculcato il sacrificio. Se vuoi qualcosa, devi andare fino in fondo. Ancora oggi prima del servizio mi saltano i nervi. È incredibile che succeda, ma è bello così. Ci sono clienti che prendono l’aereo da New York per cenare qui e se ne vanno il giorno dopo. La gente entra con aspettative altissime. Per noi ogni riconoscimento è una pressione in più”. A lei è toccato l’anno scorso il Premio Nazionale della Gastronomia, festeggiato insieme a tutta la squadra.

Fonte: El Mundo

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Foto per gentile concessione di Marta Campillo

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