Per la prima volta l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura conferisce a uno chef il titolo di Ambasciatore di Buona Volontà per la Biodiversità, premiando un percorso esemplare che ha appaiato impegno e gusto.
La notizia
È passato molto tempo, da quando Paul Bocuse ha trascinato i cuochi fuori della cucina e Gualtiero Marchesi li ha vestiti con lo smoking. Anno dopo anno, i loro eredi proseguono quel cammino di emancipazione, rivestendo ruoli sempre più complessi e impegnativi, che ne fanno autentici protagonisti delle società contemporanee e promotori del cambiamento virtuoso. Oggi è il turno di Mauro Colagreco, già nominato migliore cuoco del mondo e assurto nel club ristretto dei tristellati.Questa volta, però, si tratta di tutt’altro tipo di soddisfazioni, in arrivo da una delle massime istituzioni mondiali, l’Unesco, che nella sua storia non si era mai appoggiata a un cuoco. Invece nello scorso mese di novembre ha nominato proprio l’argentino alla carica di Ambasciatore di buona Volontà per la Biodiversità. In pratica il grande chef si attiverà nelle azioni di promozione dell’organizzazione in materia, mettendo a frutto un know-how decennale.
La cerimonia si è tenuta nell’ambito dell’Università della Terra, ospitata presso i quartieri generali dell’Unesco i giorni 25 e 26. Rappresenta il riconoscimento di un impegno di lunga data, consustanziale alla cucina del Mirazur, già premiato nel 2000 con la stella verde. Non si tratta solo del sistema di approvvigionamento da artigiani, agricoltori e pescatori del luogo. Negli anni Colagreco ha allestito il suo orto, esteso su 5 ettari e coltivato secondo i metodi della permacultura e della biodinamica, dove la raccolta emula il rispetto del foraging.
Si configura come uno spazio di apprendimento e creatività per tutta la brigata, che trova la norma del suo gioco nei ritmi della natura, oltre il cliché della stagionalità. Ma non basta: Colagreco è un paladino della pesca sostenibile; il suo ristorante, inoltre, è stato il primo nel mondo a ottenere la certificazione “Plastic Free” nel 2020.
Azioni che hanno contribuito a sensibilizzare le coscienze su sfide e urgenze della contemporaneità, mentre precisavano il gusto di una cucina unica, libera dal sottovuoto, fresca e immediata, appaiando gusto e impegno.
Foto di copertina: @Valery Hache- AFP