Chef

Miguel Gonzalez: ha 81 anni lo chef-cameriere più anziano di Madrid

di:
Alessandra Meldolesi
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copertina miguel gonzalez

“Quando sarò un ostacolo me ne andrò. Ma se posso, resterò fino all’ultimo respiro”. Nel ristorante familiare El Bierzo di Madrid, Miguel Gonzalez a ottant’anni corre come un ragazzino, in sala e in cucina.

La storia

Se c’è un argomento che ha tenuto banco nella politica europea degli ultimi anni, è stata sicuramente l’età pensionabile, oggetto di reiterate riforme, di volta in volta condannate alla provvisorietà. Ciononostante, pur essendo il lavoro nella ristorazione uno dei più usuranti in assoluto, c’è chi di appendere la divisa al chiodo non vuole proprio sentire parlare. In Italia i nostri Mauro Ricciardi e Gaetano Trovato; in Spagna una personalità come Miguel Gonzalez, che sulla soglia degli 82 anni continua ad animare dal 1971 il ristorante El Bierzo a Madrid, quartiere di Chueca.

Crediti David Esposito



Nonostante l’età per ritirarsi sia ormai passata da 17 anni. Per la Spagna è quasi un record, sebbene non esistano statistiche in materia. Si sa solo che oltre i fatidici 64 anni solo il 6,5% della popolazione continua volontariamente a lavorare.


Gonzalez però non è nato madrileño: ha visto la luce il 26 settembre del 1940 a San Ciprian, provincia di Zamora, circondato da vacche e capre. Era un ragazzino quando salì sul treno per la capitale, senza neppure una valigia, solo con un cambio, diretto al ristorante Leon della Calle de Barcelona, dove una cugina faceva la cuoca. Qui avrebbe lavorato come fattorino e tuttofare, servendo e lavando i piatti. Poi non si è mai fermato, qualsiasi cosa accadesse. “Qui non ti accorgi neppure del tempo che fa, dalla mattina fino a notte fonda. Siamo venuti al mondo per lavorare, quelli della mia età sono stati educati così”.


La svolta è arrivata nel 1971, quando col fratello ha deciso di aprire un ristorante nel quartiere di Chueca, allora malfamato. “Ma noi non lo sapevamo. Quando siamo arrivati ci siamo resi conto che la zona era piena di droga e delinquenza. Tentammo di vendere, senza riuscirci”, racconta oggi che è fra i migliori quartieri della capitale. Ma ai tempi non era infrequente che attendesse sconsolato e solitario i clienti davanti all’ingresso. Fu l’arrivo della comunità omosessuale, che vi si stabilì, a segnare il riscatto anche del ristorante.


La proposta, tuttavia, è rimasta popolare: a pranzo arrivano soprattutto lavoratori in pausa, che ordinano il menu del giorno a 13 euro, con un gruppo ben nutrito di scrittori e politici fra gli habitué, che spesso non lesinano lodi nel libro dei ricordi. Quando qualcuno varca la soglia, Gonzalez quasi fosse Fregoli si slaccia il grembiule per le preparazioni e indossa la giacchetta immacolata del cameriere.


Alle quattro inizia la pausa, spesa volentieri con qualche amico e un bicchiere di vino, se la nuora Mari Carmen non lo chiama a dare una mano in cucina. La specialità del locale? Lo stufato di cervo su tutto. “Quando sarò un ostacolo me ne andrò. Ma se posso, resterò fino all’ultimo respiro”.

Fonte: El Pais

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Foto: Crediti El Bierzo

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