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Arnaud Donckele: “Sono 19 anni che non vado in vacanza”. Lo chef si racconta

di:
Alessandra Meldolesi
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Arnaud Donckele ph olivier arandel

Il sacrificio? Per i grandi chef è scontato. Arnaud Donckele, due volte tristellato in Francia, si concederà per la prima volta qualche giorno di pausa in agosto, dopo 19 anni di lavoro ininterrotto.

La notizia

Nel momento in cui a tenere banco è la qualità della vita dei lavoratori della ristorazione, costretti a orari massacranti, spesso senza il riconoscimento dello straordinario, a ricordare lo spirito di sacrificio che da sempre contraddistingue il fine dining è uno chef, che la gavetta l’ha fatta sul serio e non smette di immolarsi all’ambizione.

Crediti Getty Images



Arnaud Donckele non è uno qualsiasi, ma l’astro nascente della ristorazione francese, premiato pochi mesi or sono con le tre stelle Michelin per il ristorante Plénitude dell’Hotel Cheval-Blanc a Parigi, ad appena 6 mesi dall’apertura, dopo averne incassate altrettante nel 2013 per la Vague d’Or a Saint-Tropez. Allievo di Alain Ducasse, precocemente vocato per l’agricoltura e avviato alla gastronomia dal padre rosticciere, che per punirlo delle sue intemperanze lo chiudeva a lavorare in laboratorio, si è specializzato, da normanno per nascita, nella cucina provenzale.

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Ed è così diventato un beniamino dei gourmet della capitale, tanto che la sua lista d’attesa veleggia verso i 6 mesi, nonostante i prezzi non proprio a buon mercato. Per 4 piatti senza vini sono 340 euro. Troppi? Giusti? “I prezzi possono sembrare eccessivi, ma i profitti sono di gran lunga inferiori a una brasserie. Nel campo della gastronomia, gli equilibri economici sono estremamente fragili. È un po’ come per le automobili; un posto in prima fila per una partita di calcio o un concerto costa ancora di più. Ci sono persone che oggi risparmiano tutto l’anno per venire da noi. Il nostro fine è non deluderli e fare in modo che tornino a casa con un ricordo, che duri tutta la vita. Per natura coltiviamo il dubbio, in noi alberga il timore di deludere. Ed è ciò che ci guida, di fatto siamo abituati a dare il massimo. Ma oggi dobbiamo essere ancora migliori”.


Crediti ARR



Nel 2013, quando ho ottenuto le tre stelle, era necessario un grosso investimento personale e collettivo per cercare il sacro graal. Non ci si può permettere di oscillare un po’ a destra, un po’ a sinistra. Bisogna essere sempre presenti per cercare l’eccellenza. È necessario restare veramente concentrati e convinti, nutrire una passione autentica”. Al punto che no, le vacanze non sono una priorità. Sono diciannove anni che Donckele le salta, come ha recentemente confessato a France Tv Info, ma quest’anno per la prima volta con la moglie e i figli consacrerà al riposo qualche giorno in agosto.


Fonte: francetvinfo.fr

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