Spalanca nuovamente le porte uno dei ristoranti più importanti del mondo, primo ai 50 Best nel 2013 e nel 2015. Il servizio è previsto unicamente a pranzo e per soli 30 coperti. Nuovo menu e in vista due novità: l'apertura di un boutique-hotel e un’enoteca.
Riaperture
Ma quale paura. La gente non vede l’ora di sedersi al ristorante. Dopo il boom del Manic Monday londinese, la prova definitiva arriva dalle riaperture in corso in Spagna, Mecca dell’avanguardia mondiale. Pesantemente colpito dalla pandemia, il paese ha adottato misure severe anche nel comparto della ristorazione, per quanto meno soffocanti che in Italia. E visto che il virus è una livella, anche i big hanno dovuto adattarsi e cercare nuovi equilibri economici.La notizia è che nonostante tutto, appena riaperte le prenotazioni El Celler de Can Roca, uno dei ristoranti più importanti del mondo, primo ai 50 Best nel 2013 e nel 2015, è già fully booked fino alla fine di marzo… 2022. I fornelli si sono riaccesi a inizio marzo… 2021, in condizioni quanto mai disagevoli: l’apertura resta limitata al pranzo, mentre i coperti da 50 si sono ridotti a 30; le porte si chiudono alle 17 e nel fine settimana è impossibile raggiungere il locale da due grandi bacini di clientela, Barcellona e la Francia.
Impossibile, in queste condizioni, sostenere le spese del ristorante, che occupa 35 dipendenti in cucina e 25 in sala. Dopo quattro mesi di chiusura nel 2020 e due nel 2021, tuttavia, l’obiettivo dei fratelli Roca è principalmente quello di riallacciare i contatti con il personale, i fornitori e i clienti. Perché se non è difficile chiudere la gente in casa, risulta impossibile arrestare la filiera: le mucche vanno munte, mentre l’uva continua a maturare sui tralci. La riapertura ha così fatto tirare un sospiro di sollievo ai produttori di vini del Priorat come ai pescatori di pregiati carabineros a Palamos.
“È un nuovo inizio, niente sarà più come prima”, scommette Joan Roca, che con i fratelli ha approfittato della lunga pausa per mettere a fuoco qualche progetto. Per esempio l’orto del ristorante e il recupero delle bottiglie stappate al Can Roca, quali oggetti decorativi, presso un laboratorio artigianale locale. Ma in generale è la tipologia di clientela a uscire rivoluzionata, con la scomparsa del turismo gastronomico internazionale. Per questo, a qualche chilometro dalla casa madre, dove stile e fascia di prezzo restano invariati, i tre hanno trovato il coraggio di aprire un nuovo ristorante, dove è possibile degustare un menu composto di signature ventennali, dai cannelloni al foie gras al branzino ai sapori del Mediterraneo, il tutto a meno di 100 euro. “In molti qui sono stati toccati dalla crisi; abbiamo voluto offrire loro l’opportunità di assaggiare la nostra cucina”.
Altra parola d’ordine è diversificazione: dopo la catena di gelaterie e la fabbrica di cioccolato, i Roca apriranno un boutique-hotel e un’enoteca. Rigorosamente a Girona, perché se c’è una lezione di questa emergenza, sta nella parola magica “prossimità”.
Fonte: foodandsens.com